“Finalmente a 10 giorni dalla scadenza prevista per lo sfratto dalla nostra sede in via Kennedy 24, abbiamo ricevuto una proroga fino al 31 ottobre”. A comunicarlo è l’associazione Cittadini del Mondo che però sottolinea anche come questa non sia una soluzione ma solo la possibilità di avere “un po’ di tempo per portare a termine i corsi e le altre attività già programmate e per cercare una sede idonea”.
“Vogliamo una ‘casa’ – scrivono -, le nostre attività e servizi gratuiti non possono continuare senza un luogo stabile, centrale, sicuro”. Oltre all’associazione, che lo ha ribadito in più occasioni, anche il vescovo Gian Carlo Perego aveva sottolineato l’importanza di avere un luogo centrale in città per realtà come Cittadini del Mondo.
L’unica soluzione proposta dal Comune per una nuova sede, ad ora, è quella dell’ex sede di Coldiretti a Chiesul del Fosso che però non viene considerata una soluzione dagli interessati. “È – dicono – un allontanamento forzato soprattutto per chi già vive situazioni di vulnerabilità: donne con bambini, ragazzi del doposcuola, nuovi cittadini e cittadine ferraresi e per chi è arrivato da poco e ha bisogno di un punto di riferimento”.
Un posto che non è considerato “compatibile con le nostre attività” perché “troppo distante dal centro, più di 4 km, scarsamente collegato, con un’unica linea di autobus che termina alle 20, priva di pista ciclabile continua e attraversata da tratti stradali pericolosi”.
Una presa di posizione ribadita in diverse occasioni anche perché “l’area non garantisce condizioni di sicurezza per utenti e volontarie/i, soprattutto per chi non può muoversi in automobile”.
“Una proposta così periferica e mal servita – sottolineano – sembra indicare una volontà politica di indebolire la nostra presenza, isolarci dalla città e ridurre l’impatto delle nostre iniziative”.
Chiedono invece “che il tempo della proroga diventi il tempo per individuare, con serenità, insieme all’Amministrazione Comunale, una nuova sede centrale, accessibile e sicura”.
“Cittadini del Mondo – ribadiscono – ha dato voce ai nuovi ferraresi con corsi di lingua italiana e doposcuola gratuiti, attività sportive, ambientali e culturali, assistenza e consulenza di ogni tipo e ha difeso i diritti e la dignità dei nuovi cittadini contro il razzismo istituzionale, i Cpr, contro i pregiudizi e le discriminazioni nella politica, nella stampa e nei social media, negli uffici pubblici, nei luoghi di lavoro e nelle strade”.
Il sostegno ricevuto dall’associazione con la grande presenza all’assemblea del 7 maggio ma anche le “centinaia di messaggi di solidarietà e vicinanza” sono e saranno importanti “in questo percorso per noi molto difficile”. Un percorso verso la ricerca di una nuova sede che possa sostituirne una, quella in via Kennedy, considerata “parte integrante del nostro lavoro” perché “centrale, raggiungibile, già attrezzata” e “da sempre un punto di riferimento per la cittadinanza”.
“Cancellarla – concludono – senza proporre alternative concrete e accessibili significa non solo smantellare un presidio di inclusione, generando disorientamento dove oggi c’è partecipazione e fiducia ma anche togliere una fetta viva della nostra città”.
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