Tredici anni dopo il terremoto che sconvolse l’Emilia-Romagna nel 2012, il Comitato Verifica Ricostruzione (Cvr) lancia un nuovo e deciso appello alle istituzioni: “La nuova legge quadro nazionale n. 40 del 18 marzo 2025 non può dare le risposte alle nostre denunce, tuttora in gran parte inevase”. Il presidente Marco Mattarelli mette nero su bianco una serie di numeri, fatti e richieste che puntano i riflettori su una ricostruzione ancora incompleta e controversa.
Secondo il Cvr, la legge quadro appena approvata impone sì un termine massimo di dieci anni per le ricostruzioni post calamità e affida la gestione dei fondi pubblici a un commissario straordinario — togliendo questa competenza ai sindaci — ma resta muta su molti aspetti che toccano direttamente l’Emilia post-sisma. «La nuova normativa sembra accogliere alcune delle nostre osservazioni storiche», ammette il Comitato, «ma non fornisce risposte sul destino di decine e decine di esposti e segnalazioni da noi depositate».
Il Cvr ha infatti presentato 140 esposti di rilievo penale legati alle piattaforme Mude e Sfinge, strumenti centrali per la gestione della ricostruzione. I dati forniti dal Comitato parlano di 36 archiviazioni, 7 condanne penali, 8 restituzioni di denaro pubblico e 4 pratiche Mude rigettate durante o dopo la presentazione degli esposti. Ma restano ancora 97 esposti inevasi. Da qui l’appello diretto alla Procura di Ferrara, per conoscere lo stato dell’iter giudiziario: “Dopo tredici anni è doveroso sapere cosa ne è stato di queste segnalazioni, che riguardano l’uso di fondi pubblici”.
Il Cvr solleva anche interrogativi rivolti all’ex presidente della Regione e attuale europarlamentare Stefano Bonaccini, ricordando una sua affermazione pubblica: “Quando parliamo di soldi pubblici, neanche un euro deve essere distolto”. Proprio per questo, il Comitato chiede trasparenza sul denaro recuperato o bloccato a seguito degli esposti, rivolgendosi anche ai Comuni del “Alto Ferrarese” e in particolare a Cento, uno dei territori più colpiti e secondo il Cvr ancora in ritardo nella ricostruzione pubblica: “Vogliamo sapere perché questi ritardi e quanto costeranno ai contribuenti”.
Nel frattempo, la Regione Emilia-Romagna ha aggiornato il Gruppo di Lavoro “Affari Legali” con il Decreto n. 41 del 10 febbraio 2025, a conferma di un contenzioso ancora ampio e aperto. Il Cvr chiede un quadro preciso della situazione legale a tredici anni di distanza dal sisma.
Il Comitato lancia anche una riflessione politica e sociale sull’uso dei fondi pubblici post-sisma: “Abbiamo visto milioni elargiti per fienili o immobili inutilizzati, mentre oggi si taglia sulla sanità per mancanza di risorse. Questo è inaccettabile”. Il messaggio è chiaro: la gestione delle risorse deve essere trasparente e verificabile, soprattutto in un momento in cui ogni euro pubblico è cruciale.
In chiusura, il presidente Mattarelli ribadisce l’impegno del Comitato: “Continueremo a chiedere verità, trasparenza e giustizia. Non ci fermeremo finché tutte le questioni sollevate non troveranno risposta. Il tempo delle promesse è finito”.
Il Cvr, a tredici anni dal terremoto, tiene accesi i riflettori su una vicenda che, per molti cittadini e comunità locali, è tutt’altro che conclusa.
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