Economia e Lavoro
19 Maggio 2025
Dibattito sull’industria locale. Guietti (Ires) ritiene indispensabile la linea ferroviaria fino al mare

Bianchi: “Quanto succede nel petrolchimico di Ferrara interessa tutto il Paese”

di Redazione | 3 min

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di Emanuele Gessi

Si è partiti dalla metà del Novecento, quando a Pontelagoscuro prese il via il petrolchimico Montecatini. E forse non poteva essere altrimenti, data la cornice dell’Istituto di Storia Contemporanea in cui si è svolto il dibattito di giovedì 15 maggio, a cui hanno preso parte Patrizio Bianchi, Giuseppe Ferrara, Giuliano Guietti come relatori, con la moderazione di Leonardo Uba.

Nel corso del pomeriggio si è quindi passati a parlare dell’attuale situazione industriale nel territorio, che con tutte le sfide e le crisi che sta affrontando è stata al centro della conferenza in questione, intitolata “Europa: per Ferrara e la sua industria”.

A garantire lo spessore della discussione i relatori, che conoscendo molto bene il settore e le sue evoluzioni, hanno descritto a tinte fosche il quadro provinciale (Berco, polo chimico cittadino e VM Motori sono stati citati per dare un’idea anche delle molte altre realtà esistenti), pur suggerendo alcune traiettorie da percorrere d’urgenza, che potrebbero essere risolutive per invertire la rotta.

“Sposare il sistema economico di produzione, come risposta forte e antitetica alla fede trumpiana del puro scambio”. Questa, in sintesi, la ricetta di Patrizio Bianchi (già rettore di Unife e ministro dell’istruzione), che durante il suo intervento, a proposito del dettame impartito da Eni-Versalis per cui l’Italia dovrebbe uscire dall’industria di base e mantenere una chimica secondaria, ha inoltre dichiarato: “La nostra storia dice che non esiste più questa distinzione. Se perdi la prima, ti sfugge anche la chimica. Ciò che sta accadendo a Pontelagoscuro interessa tutto il Paese. Perché qui a Ferrara stiamo lavorando per mantenere il Paese e tutta Europa sulla punta della manifattura mondiale”.

Con simile approccio, quello di guardare al quadro sovranazionale per rafforzare le capacità di pragmatismo rispetto al proprio territorio, Leonardo Uba (uno dei due candidati per la segreteria comunale del Pd) si è espresso riguardo alle parole di Mattarella e Draghi, che vedrebbero nella chiusura statunitense un’opportunità per l’Europa: “In un panorama in cui i salari crescono ovunque tranne che nel nostro Paese, dobbiamo tornare ad avere un ruolo da protagonisti nella produzione di filiere che passano anche da Ferrara”.

Un trittico di problematiche essenziali e strutturali, quelle delineate da Giuliano Guietti (Ires) nella città estense, a partire dalla questione demografica. Poi ci sono le infrastrutture: “Mancano le rotaie, che sono un fattore decisivo per la competitività di un’azienda. Se non si fa qualcosa tra un po’ andrà in crisi anche Sipro. Non è possibile che ogni giorno si facciano passare più di mille mezzi pesanti su una strada non adatta come la Ferrara-mare”.

Per arrivare al fatto che le industrie sono ancora focalizzate su dei mercati in discesa: “È impensabile illudersi di avere un futuro producendo motori diesel. Bisogna pensare a un’importante opera di riconversione”.

Infine, spazio a Giuseppe Ferrara (Cds), che prima ha ricordato quanto la cultura scientifica sia radicata in città ma che, specie se si parla di ricerca chimica, bisognerebbe fare molto di più.

Quindi ha sviluppato un ragionamento: “Grazie a una ricerca del Cds di qualche anno fa sappiamo che oggi la petrolchimica non comincia più dal petrolio, bensì dal rifiuto solido, che diventa così una fonte rinnovabile. Da qui la nostra proposta, che facemmo qualche anno fa all’allora ministro Cingolani, di istituire a Ferrara un polo di riciclo integrale della plastica, non solo di tipo meccanico ma anche di tipo chimico”.

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