di Elena Coatti
Con 136 firme raccolte tra i residenti delle zone interessate, la petizione presentata al sindaco Alan Fabbri dal Forum Ferrara Partecipata non è solo un atto simbolico, ma la voce concreta di una cittadinanza che chiede un cambio di rotta. Al centro, un messaggio chiaro: “È ora di restituire la città alle persone, non alle automobili”.
Un’esortazione che nasce da una consapevolezza diffusa: Ferrara è invasa dalle macchine, congestionata nel traffico, inquinata nell’aria, ostile a pedoni e ciclisti. Ma la proposta della petizione non è affatto rivoluzionaria: è semplicemente l’invito a fare ciò che era già stato promesso nel 2019 con il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums). Quest’ultimo prevede infatti di allargare la Ztl B entro il 2022 e di estendere la Ztl a tutto il centro storico interno alle mura entro il 2030.
Come spiega una delle promotrici della petizione, Francesca Cigala Fulgosi, il Piano aria integrato regionale (Pair) stabilisce che i comuni con più di 30mila abitanti debbano estendere le Ztl fino a coprire completamente i centri storici. Inoltre, il Piano triennale delle opere pubbliche 2024-2026, approvato nel luglio 2024, indicava interventi per l’allargamento della Ztl medievale e la creazione di nuovi varchi nel 2025, “ma tutto ciò resta inapplicato”, conclude Fulgosi.
La richiesta dei cittadini è molto semplice: mettere in pratica ciò che è previsto dal Pums e, nello specifico, completare la Ztl medioevale (Ztl B) estendendola all’area compresa tra corso Giovecca e via Baluardi, da nord a sud, e tra via Quartieri e via Porta Romana, da ovest a est (Ztl E). A presentare i dettagli della petizione è Laura Trentini, che sottolinea come “il piano già preveda l’obiettivo ambizioso, ma tutt’altro che irrealizzabile, di rendere tutto il centro storico zona a traffico limitato entro il 2030”. E aggiunge: “La nostra è una perorazione, non chiediamo rivoluzioni, ma chiediamo che si proceda, con coerenza, su quanto già approvato”.
La petizione chiede poi che siano realizzate aree pedonali in via Savonarola, via Cisterna del Follo e in via Scandiana, oltre a un ulteriore servizio di trasporto pubblico con minibus elettrici. Perché “i numeri parlano chiaro – ribadisce Fulgosi –. L’inquinamento atmosferico a Ferrara è ancora ben lontano dai parametri fissati dall’Oms. Gli incidenti stradali sono numerosi, i livelli di CO2 restano elevati e un terzo delle emissioni deriva dal traffico veicolare”.
Ma la mobilità sostenibile è anche una questione di equità sociale, sicurezza, qualità della vita. Davanti alle scuole, ogni giorno, si assiste a parcheggi improbabili su marciapiedi e aiuole, bambini in pericolo, rumore e caos. “Non è più tollerabile – aggiunge Giuliana Bonalberti –. La città è diventata invivibile. Servono scelte coraggiose e un salto anche mentale”.
Affinché tutto questo si renda possibile, serve un investimento serio sul trasporto pubblico locale: corse più frequenti, mezzi elettrici, mini-bus (i cosiddetti pollicini) collegati con i parcheggi scambiatori e con le zone periferiche. “I mezzi pubblici devono diventare competitivi con l’auto privata – afferma Anna Faccini –, non solo per il costo, ma per la comodità e la velocità. Ferrara è una città piccola, tutto è raggiungibile in poco tempo se si offre un’alternativa valida”.
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