La vicenda avvenuta presso l’Istituto Superiore “Bassi Burgatti” di Cento, diventata caso nazionale dopo la denuncia del Senatore Alberto Balboni (Fratelli d’Italia), impone una riflessione seria sul pericoloso riaffiorare di simboli e retoriche neofasciste tra le nuove generazioni e sul senso di responsabilità che le istituzioni devono esercitare.
Secondo la ricostruzione ufficiale dell’istituto, non si è trattato di una limitazione della libertà di espressione politica, come inizialmente sostenuto dal senatore. Al contrario, sono emersi comportamenti gravi da parte degli studenti: urla, gesti osceni, e frasi inneggianti a Hitler, al Duce e ai forni crematori.
È grave che un rappresentante delle istituzioni abbia scelto di amplificare mediaticamente una versione non verificata dei fatti, trasformando un atto disciplinare dovuto in una presunta censura politica. Così facendo, si mina la credibilità della scuola e si rischia di legittimare simboli e linguaggi che la Costituzione ripudia con
fermezza.
Il neofascismo – spesso mascherato da provocazione o moda – si diffonde tra i giovani attraverso simboli, slogan e contenuti online, alimentato da ignoranza storica e superficialità. Ma il fascismo non è un’opinione: è un crimine della storia, e trattarlo con leggerezza è pericoloso.
La scuola è un presidio di democrazia e merita rispetto. Gli insegnanti vanno sostenuti, non delegittimati per aver difeso i valori costituzionali. Serve responsabilità da parte della politica: parlare con rigore, attenersi ai fatti e sostenere l’educazione alla memoria.
È tempo di fermare la deriva che vede simboli dell’odio trasformarsi in “moda”. È tempo di dire con chiarezza che non tutto è accettabile, che la libertà di espressione non è uno scudo dietro cui nascondere l’apologia dell’orrore.
La memoria non si negozia. La democrazia si difende, ogni giorno.
Giovani Democratici Ferrara
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