Sono stati tutti assolti i quattro cittadini di nazionalità pakistana tra i 28 e i 36 anni, che erano finiti inizialmente a processo con le accuse di rapina, lesioni personali e sequestro di persona nei confronti di un 31enne che l’11 aprile 2021, ad Argenta, denunciò di essere stato picchiato, rapinato e sequestrato da una gang di connazionali in quello che – per modalità di esecuzione, quando fu raccontato per la prima volta – sembrava essere un regolamento di conti.
La decisione del collegio del tribunale di Ferrara è arrivata nel primo pomeriggio di mercoledì 14 maggio. Tra gli accusati rientrava anche un quinto membro del clan, un uomo pakistano di 40 anni, che – in prima battuta dichiarato irreperibile – è stato rintracciato e questa mattina (giovedì 15 maggio) affronterà l’udienza predibattimentale del processo a proprio carico davanti al gup Danilo Russo.
Secondo quella che era l’accusa iniziale, con la scusa di un incontro per chiarire una precedente discussione nata per motivi economici, la vittima fu attirata in una strada di campagna da uno dei suo presunti aggressori e, una volta sul posto, venne colpita con calci e pugni da tre connazionali che, oltre a provocargli ferite giudicate guaribili in quattro giorni, gli avevano anche strappato di mano il telefono cellulare, distruggendoglielo dopo averlo sbattuto a terra con forza.
Il 31enne – sempre secondo la denuncia – era però riuscito a scappare a bordo di un furgone, trovando riparo nel cortile condominiale dell’abitazione del nipote. Lì era stato raggiunto dai tre connazionali, a loro volta supportati da altre tre persone, di cui una mai identificata, che lo avevano prima fatto scendere dal mezzo e poi, dopo averlo preso nuovamente a calci e pugni, oltre che a colpi di bastone, lo avevano chiuso dentro al bagagliaio della Opel Zafira con cui erano arrivati sul posto.
Dopo averlo tenuto in ‘ostaggio’ per diverso tempo, i cinque lo avevano poi portato nel parcheggio del supermercato Coop, dove lo avevano nuovamente aggredito.
Nella precedente udienza però il 31enne, persona offesa nella vicenda, con la propria testimonianza aveva ridimensionato un po’ la vicenda, spiegando che in realtà i tre connazionali che gli avevano strappato il telefono lo avevano fatto poiché, ingannati dal fatto che l’uomo stava camminando con la torcia del telefono accesa per farsi luce nel buio, avevano inizialmente creduto che li stesse filmando e quindi avevano reagito violentemente, senza però l’intenzione di volerlo rapinare.
Inoltre, davanti alle foto segnaletiche dei presunti rapinatori, aveva riconosciuto persone diverse rispetto a quelle che aveva indicato in fase di indagine come autori dell’agguato.
A ciò si aggiunse successivamente anche la sentenza di non luogo a procedere che il collegio del tribunale di Ferrara aveva pronunciato per tutti gli imputati – sempre durante la scorsa udienza – in riferimento all’accusa di sequestro di persona, dal momento che l’episodio in sé era emerso solamente nelle sommarie informazioni testimoniali che la presunta vittima aveva rilasciato ai carabinieri, ma non all’interno della querela, diventando quindi improcedibile.
Quindi, date le risultanze dell’istruttoria dibattimentale, il collegio ha deciso di assolvere tutti e quattro gli imputati. Per il quinto imputato invece – che questa mattina siederà davanti al giudice dell’udienza preliminare, dopo essere stato inizialmente dichiarato irreperibile – il legale che lo difende, l’avvocato Enrico Belletti, è orientato a chiedere il rito abbreviato condizionato all’acquisizione della sentenza di assoluzione degli altri finiti alla sbarra, oltre che dei verbali delle varie udienze.
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