di Alberto Balboni*
Sulla vicenda dell’Istituto Bassi Burgatti di Cento, nel ferrarese, sono sconcertato dalla risposta della dirigente scolastica, che cerca di mistificare i fatti mettendo sullo stesso piano situazioni diverse, relative a momenti diversi.
Il ragazzo di Azione Studentesca non ha preso parte in alcun modo ai fatti disdicevoli esposti nella nota alla classe. Anzi, è rimasto in silenzio al proprio posto, mentre erano altri che facevano confusione.
Forse la dirigente non lo sa, ma parliamo di un ragazzo dalla disciplina esemplare, tanto da meritare in pagella un bel 10 in condotta. Mai si sarebbe sognato di inneggiare a Hitler o Mussolini, di mimare atti sessuali o altro. L’insegnante (una supplente) che ha assistito non può non essersi resa conto di chi fossero i veri responsabili dei gravi comportamenti oggetto del suo richiamo, a meno di aver voluto chiudere gli occhi.
La nota all’intera classe è quindi ingiusta, ma non è questo il punto. Il punto è che l’atto di rifiutare la restituzione del cellulare al ragazzo è stato commesso alla fine della lezione, quando la situazione era stata ricondotta alla calma anche grazie all’intervento del vicepreside. È vero che i cellulari erano depositati in una vaschetta, ma quando gli studenti sono andati a riprenderseli, a tutti è stato consentito di farlo, tranne al ragazzo di AS. L’insegnante ha trattenuto nelle proprie mani soltanto il suo, motivando questo gesto arbitrario con il fatto che sul telefono c’era un simbolo “fascista”. Affermazione non vera, visto che la croce bretone non è mai stata utilizzata da movimenti riconducibili al fascismo.
Il ragazzo ha tentato di spiegare che non era vero, che quello era il simbolo di AS, cioè di un movimento giovanile di destra assolutamente democratico, ma l’insegnante non ha voluto sentire ragione, ribadendo anzi che lui non si rendeva conto della gravità di farne uso.
Su questo comportamento antidemocratico e antieducativo mi sarei aspettato una presa di distanza da parte della dirigente, di certo non una difesa d’ufficio che cerca di confondere le acque tirando in ballo una situazione precedente, certamente deprecabile, ma alla quale lo studente interessato non ha preso parte se non come spettatore involontario.
Le bugie, tuttavia, hanno le gambe corte e sono certo che presto la verità emergerà
*Senatore di Fratelli d’Italia
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