Lagosanto
13 Maggio 2025
La minoranza consiliare di "Lagosanto che si muove" accusa il sindaco di non saper gestire il dissenso: "Esporre la bandiera della Pace non è una provocazione, ma un segnale di civiltà"

Una bandiera che fa discutere: il silenzio sulla Pace scuote il Municipio di Lagosanto

di Redazione | 2 min

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Siamo in “guerra” di Pace

Buongiorno a tutti. Ieri sera nel consiglio comunale di aprile, noi di “Lagosanto che si muove” abbiamo portato una piccola, ma nello stesso tempo grande interpellanza carica di significato, che aveva lo scopo “simbolico” di alzare lo spessore del contenuto insito...

Lagosanto. In un clima politico sempre più teso, anche un gesto simbolico come l’esposizione della bandiera della Pace diventa motivo di scontro tra maggioranza e opposizione. A sollevare la questione sono i consiglieri del gruppo di minoranza “Lagosanto che si muove”, che in un lungo e pungente intervento accusano l’amministrazione comunale – e in particolare il indaco – di aver perso un’occasione di sensibilità e di dialogo.

“La polemica sulla bandiera della Pace non esposta in municipio sta creando qualche piccola discussione democratica”, scrivono i consiglieri Andrea Pambianchi, Carlo Menegatti e Roberta Bigoni, aggiungendo che si tratta di una questione tutt’altro che marginale: “Il gesto di non esporla lascia il tempo che trova, in una stagione così grigia”. Il riferimento è al difficile scenario internazionale, attraversato da conflitti e tensioni che rendono ancora più urgente un richiamo ai valori della convivenza pacifica.

Ma il comunicato della minoranza non si ferma alla constatazione, bensì affonda nel tono ironico e amaro, evocando la figura di Strepsiade, protagonista della commedia Le Nuvole di Aristofane. Un contadino che, per sfuggire ai debiti, cerca di imparare l’arte di avere ragione anche quando si è nel torto. Una metafora che diventa, nelle parole degli oppositori, un parallelismo diretto con l’atteggiamento attribuito al primo cittadino: “Egregio Signor Sindaco, mentre Strepsiade vuole almeno imparare, lei fa di peggio: delega ad altri la propria difesa, evitando il confronto diretto”.

Il punto critico, per la minoranza, non è tanto la mancata esposizione del vessillo arcobaleno in sé, quanto la reazione della maggioranza definita “silente, muta, incapace di esprimere un’opinione”. Una chiusura che, secondo i consiglieri, svela una debolezza di fondo: l’incapacità di sostenere unh dibattito democratico aperto, anche su temi simbolici.

Il testo  si chiude con un altro richiamo ad Aristofane, questa volta alla commedia La Pace, per ribadire che “la ricerca della pace la si fa tutti i giorni, anche con i simboli”.

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