di Leonardo Fiorentini*
Oggi partecipo al digiuno a staffetta contro il Decreto Sicurezza, una grave minaccia ai principi fondamentali della nostra democrazia, ai diritti civili e alla razionalità delle norme.
Si tratta di un coacervo di norme illiberali e repressive, che criminalizzano comportamenti non pericolosi e colpiscono in modo sproporzionato le fasce più vulnerabili della popolazione. La restrizione degli spazi di dissenso, la detenzione delle madri e dei loro figli, oltre 20 fra nuovi reati e aggravanti sono l’esito di una concezione populista del diritto penale. Rivelano, come dimostra l’emendamento per vietare addirittura lo sciopero per i riders, la volontà della destra di reprimere sul nascere ogni forma di protesta. La criminalizzazione delle infiorescenze di canapa industriale poi ignora le evidenze scientifiche e mette sul lastrico un intero settore economico legale, con la perdita stimata di oltre 22.000 posti di lavoro e un danno economico di circa 2 miliardi di euro. Inquietante infine l’allargamento dei confini di azione dei Servizi Segreti, sino al poter creare e dirigere organizzazioni terroristiche.
Il provvedimento del Governo, frutto dello scippo al Parlamento di un testo privo di ogni carattere di necessità ed urgenza, viola la Costituzione e le convenzioni sui diritti umani, come evidenziato dal Consiglio d’Europa e dalle Nazioni Unite che hanno denunciato la violazione dei diritti civili e politici.
La destra usa la paura, reale o creata ad arte, alla disperata ricerca del consenso. Non basta scrivere sicurezza in un decreto per assicurarla ai cittadini, che continuano ad essere più preoccupati dello stipendio che vale di meno ogni fine del mese, o delle nuvole che si avvicinano, temendo l’ennesimo nubifragio.
Il digiuno a staffetta è un atto di protesta nonviolenta collettiva che si affianca al percorso verso il 31 maggio, quando una grande manifestazione contro il decreto sicurezza attraverserà Roma. Chi lo schernisce dai banchi della maggioranza, dimostra di non aver alcun rispetto per le forme democratiche di dissenso e conferma le ragioni del provvedimento, nato con il solo scopo di colpire chi si oppone alle politiche autoritarie della destra.
*Consigliere comunale Gruppo Civica Anselmo
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