Inchiesta Pma. Altri due sanitari indagati
Si allarga ancora di più l'inchiesta per lo scandalo al Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell'ospedale di Lagosanto
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Spostare il processo da Ferrara a Varese. È la richiesta - già avanzata in indagini preliminari - che la difesa dell'imprenditore ferrarese Andrea Zironi, professionista riconosciuto dal 1989 nel campo della intermediazione e della consulenza nel settore dell'oro fisico da investimento, ha riproposto ieri (venerdì 12 dicembre)
Rintracciato e tratto in arresto un uomo destinatario di un ordine di carcerazione per una pena definitiva pari a 2 anni, 8 mesi e 11 giorni di reclusione
Non sono quattro gatti, come appare scritto in un cartello, i manifestanti chiamati a raccolta dalla Cgil di Ferrara in piazzale Medaglie d'Oro per la giornata di sciopero nazionale convocata per dire no al riarmo e "a una manovra finanziaria profondamente ingiusta"
Abuso dei mezzi di correzione è il reato di cui dovrà rispondere un padre che ha 'sculacciato' il figlio usando un bastone
La I sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’assise di appello di Bologna che aveva riscontrato in Stefano Franzolin, autore dell’omicidio della madre 75enne Alberta Paola Sturaro, un vizio solo parziale di mente, anziché un vizio totale come deciso dalla Corte d’assise di Ferrara.
A impugnare, ai soli effetti civili, la sentenza di primo grado che aveva assolto il figlio della vittima, Stefano Franzolin, per totale incapacità di intendere e volere, erano stati i fratelli dell’imputato, Sonia e Alessandro.
La Corte aveva deciso di riformare la sentenza di primo grado, ritenendo Franzolin parzialmente capace di agire e quindi penalmente responsabile del fatto senza però condannarlo se non ai fini civili con una provvisionale di 50mila euro.
Ora quel grado di giudizio è tutto da rifare. “Sebbene il giudizio riguardi ora solo la responsabilità civile – spiega l’avvocato Alberto Bova, che assiste Stefano Franzolin -, in quanto in ambito penale la sentenza di assoluzione è già divenuta definitiva, stando alla Corte Suprema, la sentenza d’appello è affetta da una motivazione carente”.
Questo perché “non enuclea elementi nosografici idonei a legittimare la formulazione di un giudizio di parziale capacità d’intendere e di volere dell’imputato”. Di qui la decisione di rinviare a un nuovo giudizio civile ove la questione sia decisa su più solidi dati tecnici.
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