di Leonardo Uba*
Il 9 maggio non è solo una ricorrenza istituzionale. È una giornata che ci invita a guardare al cuore dell’Unione Europea: un progetto nato dal dolore della guerra e cresciuto con la speranza di un futuro fondato su tre pilastri fondamentali: la pace, la libertà e il lavoro.
In occasione della Giornata dell’Europa, l’intero continente si ferma per riflettere sulle radici comuni che ci uniscono, ma anche sulle sfide che ancora oggi mettono alla prova la nostra coesione e la nostra identità.
Era il 9 maggio 1950 quando il Ministro degli Esteri francese Robert Schuman pronunciò una dichiarazione destinata a entrare nella storia. A cinque anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, egli propose di mettere in comune la produzione di acciaio e carbone tra le nazioni più potenti del continente, con l’obiettivo di evitare future guerre.
Da quel gesto nacque una visione rivoluzionaria: un’Europa non più dominata da rivalità nazionali, ma unita dalla cooperazione. Quel giorno segna l’inizio simbolico del percorso verso l’attuale Unione Europea, oggi composta da 27 Stati membri, con oltre 450 milioni di cittadini.
L’Unione Europea ha reso realtà un’idea che nel secolo scorso era impensabile: vivere in un continente senza frontiere, in cui persone, merci, idee e culture si muovono liberamente. Ma la libertà europea non è solo quella geografica.
È anche e soprattutto libertà democratica: di esprimere opinioni, di manifestare, di credere in una religione, di vivere senza paura. In un’epoca segnata dal ritorno dei conflitti, dalle restrizioni dei diritti in molte parti del mondo e dalla disinformazione, la libertà che l’Europa garantisce non va considerata acquisita. Va custodita con consapevolezza e partecipazione attiva, soprattutto da parte delle nuove generazioni.
In un’Europa che guarda al futuro, il lavoro non può essere solo una questione economica. È una dimensione umana e sociale. Il diritto a un lavoro dignitoso, sicuro e ben retribuito è sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e rappresenta uno dei principali obiettivi dell’agenda europea.
Oggi, le sfide del mondo del lavoro sono molteplici: la transizione digitale, il cambiamento climatico, la precarizzazione dell’occupazione, le diseguaglianze generazionali e di genere. Di fronte a questi cambiamenti, l’UE ha il compito di guidare la trasformazione con equità, sostenendo la formazione continua, promuovendo la parità e garantendo un sistema di protezione sociale efficace per tutti.
L’Europa del futuro sarà tanto più forte quanto saprà offrire opportunità lavorative reali, soprattutto ai giovani.
La Giornata dell’Europa, nel 2025, non è solo un anniversario storico. È uno specchio del presente e una finestra sul futuro. La guerra alle porte dell’UE, le tensioni geopolitiche, le crisi energetiche, ma anche l’innovazione e l’impegno ambientale, ci pongono davanti a scelte cruciali.
Restare uniti, rafforzare i valori comuni e investire su ciò che ci tiene insieme è oggi più che mai essenziale.
L’Unione Europea non è perfetta. È un progetto in evoluzione, fatto di conquiste e di contraddizioni, di burocrazia ma anche di ideali. Tuttavia, è anche l’unico spazio al mondo in cui 27 Stati, con lingue e culture diverse, hanno scelto di affrontare insieme le sfide globali, unendo le forze nel rispetto delle differenze.
Celebrare la Giornata dell’Europa non è solo un atto di memoria. È un gesto di fiducia. Fiducia in un continente che ha saputo trasformare la guerra in cooperazione, la divisione in unità, il bisogno in diritto.
Oggi più che mai, in un mondo incerto, l’Europa ci ricorda che la pace è una scelta, la libertà è un impegno, il lavoro è un diritto.
Buona Giornata dell’Europa a tutte e tutti.
*candidato alla segreteria comunale del Pd di Ferrara
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