Scortichino. Le gravi difficoltà economiche e un lutto troppo difficile da affrontare avrebbero spinto il 53enne Massimiliano Poletti a fare quello che ha fatto. Ad avvolgere il corpo senza vita della madre 90enne Lidia Ardizzoni nel cellophane e a nasconderlo nel garage dell’abitazione al civico 70/D di via Provinciale a Scortichino, sotto a una brandina e a una pila di cuscini.
Ieri pomeriggio (mercoledì 7 maggio) l’uomo ha potuto raccontare i perché di quel gesto al proprio legale difensore, l’avvocato Denis Lovison.
“È davvero molto dispiaciuto per quello che è successo” ha affermato Lovison, spiegando che dopo la morte della madre, l’uomo avrebbe dovuto fare i conti con diverse difficoltà. “Quelle economiche che non gli hanno permesso di organizzare il funerale e quelle di carattere emotivo” ha proseguito, aggiungendo – a tal proposito – che il 54enne “non è mai riuscito a elaborare pienamente il lutto per la perdita della mamma che negli ultimi venti anni ha sempre accudito amorevolmente”.
“Gli è caduto tutto addosso e lui è rimasto anestetizzato dagli eventi, in una sorta di declino umano. È stato colpito duramente e non si è più rialzato per la morte della donna, da cui non avrebbe voluto separarsi. È rimasto interdetto e non ha più reagito. Non ha nemmeno provato a chiedere aiuto alle istituzioni perché si vergognava di quella grave situazione economica che stava vivendo” ha chiuso l’avvocato.
Intanto – tra oggi e venerdì – la Procura di Ferrara, oltre che probabilmente a un genetista, conferirà l’incarico al medico legale Raffaella Marino per eseguire l’autopsia sul cadavere della donna. La difesa sta valutando se fare lo stesso, nominando un proprio consulente di parte in modo da poter partecipare alle operazioni.
Gli accertamenti saranno utili a stabilire causa e data della morte dell’anziana, che comunque era già stata constatata ufficialmente – lo scorso 4 gennaio – dai sanitari del 118, quando erano intervenuti nell’abitazione di Scortichino, senza però che nessuno poi avesse comunicato il decesso a chi di dovere. Non lo avevano fatto gli operatori sanitari – che comunque non sono obbligati ad avvertire le forze dell’ordine, salvo particolari sospetti – e non l’aveva fatto nemmeno il figlio della 90enne, decidendo di nascondere il cadavere in garage invece che avviare le pratiche necessarie a dare una degna sepoltura alla madre.
Per gli operatori del 118 fu morte naturale e ora l’autopsia servirà per confermare quella diagnosi iniziale, fugando così l’eventuale insorgere di qualsiasi dubbio legato alle ultime ore di vita dell’anziana.
Contestualmente, i carabinieri – dietro il coordinamento della pm Sveva Insalata, titolare del fascicolo di indagine – hanno sequestrato la scheda dell’intervento del 118 con cui è stato constatato il decesso e il libretto postale della donna, ritenuti di interesse investigativo per far luce sulla vicenda, mentre è ancora in corso di valutazione l’ammontare della somma che il figlio della 90enne avrebbe percepito indebitamente nei quattro mesi trascorsi dalla morte della madre fino a lunedì (5 maggio) pomeriggio, quando i carabinieri hanno smascherato quel macabro stratagemma che avrebbe escogitato per continuare a riscuotere i soldi della pensione senza però averne diritto.
Per chiarire quanto accaduto, la Procura di Ferrara ha aperto un fascicolo di indagine per occultamento di cadavere e non più truffa ai danni dello Stato, come inizialmente era stato ipotizzato, ma indebita percezione di erogazioni pubbliche. Sotto indagine, oltre al figlio della donna, il 53enne Massimiliano Poletti, c’è anche la compagna di quest’ultimo, la 53enne Enrica Cavana.
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