Cassa integrazione. A Ferrara in aumento del 24%
Continua a crescere la cassa integrazione in Emilia Romagna (+31% rispetto al 2024, +113% rispetto al 2023) con il primo trimestre del 2025 che ha fatto segnare il picco di 19 milioni di ore
Continua a crescere la cassa integrazione in Emilia Romagna (+31% rispetto al 2024, +113% rispetto al 2023) con il primo trimestre del 2025 che ha fatto segnare il picco di 19 milioni di ore
Synergie Group, network internazionale e quinta agenzia per il lavoro in Europa, e Spal, lo storico club di calcio di Ferrara, organizzano un momento di incontro fra imprese locali e chi è alla ricerca di nuove prospettive professionali
"Il Partito Democratico, anche a Ferrara, sosterrà la campagna per il Sì a tutti i quesiti e ci auguriamo un impegno corale di tutte le sue forze, senza ambiguità o distinguo dettati da incomprensibili tatticismi"
Il coordinamento degli assessori regionali alle Politiche Agricole, all’unanimità, ha riconosciuto le ragioni della filiera agricola del fiore di canapa industriale e ha formalmente richiesto al Governo la modifica dell’articolo 18 del Decreto Sicurezza
La Comune di Ferrara aderisce al digiuno a staffetta contro il Decreto Sicurezza per denunciare l’approvazione di «un provvedimento che limita gravemente lo spazio civico, criminalizza il dissenso pacifico e mette a rischio diritti fondamentali di cittadine e cittadini»
I dati a fine 2024 appena pubblicati dalla Banca d’Italia e ripresi dall’Ufficio Studi Fisac Cgil fotografano una situazione preoccupante per il sistema del credito nella provincia di Ferrara. Nonostante la Regione Emilia-Romagna nel suo complesso mostri una crescita dei prestiti del +5,3% negli ultimi cinque anni, Ferrara registra un calo del -0,6%, con una contrazione significativa del -3,6% nel solo 2024.
A preoccupare maggiormente è la forte difficoltà delle imprese ferraresi ad accedere al credito bancario. Dopo una lieve ripresa tra il 2020 e il 2022, legata anche ai finanziamenti emergenziali, il 2024 evidenzia una nuova fase recessiva. Il calo riguarda principalmente i finanziamenti alle attività produttive, mentre regge il credito ai privati.
Il settore industriale, in particolare, soffre una delle peggiori performance regionali: -19,5% in cinque anni, -7,5% in un solo anno. Ferrara resta ultima per importo complessivo di prestiti concessi all’industria: 485 milioni di euro, dieci volte meno rispetto a Reggio Emilia.
Anche il comparto delle costruzioni segna una flessione, seppur più contenuta (-14,7% in cinque anni). Tuttavia, le dinamiche dei valori immobiliari nel territorio Ferrarese rispetto alle altre province della regione, potrebbero rappresentare un’opportunità per attrarre nuovi residenti e rilanciare l’edilizia, a patto di un intervento coordinato con politiche abitative e incentivi mirati.
Paradossalmente, mentre l’accesso al credito diminuisce, il risparmio cresce: i depositi bancari nella provincia sono aumentati del +13,4% dal 2019. Eppure, il 42% di questi risparmi viene investito fuori dal territorio, contro una media regionale del 19%.
“Oltre 4 miliardi di euro dei depositi ferraresi finiscono altrove – afferma Samuel Paganini Segretario Generale della Fisac Cgil di Ferrara –. In un contesto economico fragile come il nostro, è fondamentale che il risparmio raccolto in provincia sia destinato a sostenere le attività economiche e le famiglie locali”.
Serve una strategia condivisa tra istituzioni, sistema bancario e mondo produttivo per invertire questa tendenza. Ferrara ha bisogno di credito per rilanciare il lavoro, attrarre investimenti e non restare ai margini del tessuto economico regionale. Fortunatamente qualche banca territoriale e qualche BCC cominciano a capire che a Ferrara possono esserci delle opportunità, aprendo filiali nel Ferrarese. Ma politica e istituzioni non stiano a guardare.
Fisac Cgil Ferrara
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