di Giada Zerbini*
L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Lo dice la nostra Costituzione, eppure il lavoro non è al centro dell’attenzione di chi governa. Recentemente, il presidente Mattarella ha ricordato che i salari reali nel nostro Paese “sono inferiori a quelli del 2008, nonostante l’avvenuta ripresa a partire dal 2024”.
I dati Eurostat ci dicono che il 9% dei lavoratori italiani a tempo pieno sono poveri, faticano ad arrivare a fine mese mentre il costo della vita continua ad aumentare con una media superiore al 2% annuo. I salari degli italiani sono fermi da 30 anni: rispetto al 1990 hanno perso il 3% del loro valore medio, in Francia e Germania sono aumentati del 30%. Oltre 7,8 milioni di donne sono fuori dal mercato del lavoro mentre i giovani inattivi (Neet) superano i 2 milioni.
Nel 2024 è aumentato il lavoro povero e precario. Il governo Meloni però sembra non accorgersene e rifiuta di discutere la legge sul salario minimo proposta dalle forze progressiste e condivisa dal 70% degli italiani, secondo tutti i sondaggi.
Per questo occorre una forte mobilitazione popolare a favore dei cinque referendum su lavoro e cittadinanza che si terranno l’8 e il 9 giugno.
Il Partito Democratico, anche a Ferrara, sosterrà la campagna per il Sì a tutti i quesiti e ci auguriamo un impegno corale di tutte le sue forze, senza ambiguità o distinguo dettati da incomprensibili tatticismi. In gioco ci sono lo stop ai licenziamenti illegittimi, maggiori tutele per gli occupati nelle piccole imprese, limiti seri al precariato, più sicurezza nei luoghi di lavoro, tempi celeri per dare la cittadinanza a chi lavora, studia e paga le tasse in Italia da anni. In sintesi: più diritti e tutele, per milioni di persone finora ignorate dal dibattito politico.
Ne sentiamo l’urgenza, specie qui a Ferrara dove il Primo Maggio è stato particolarmente amaro. Il nostro pensiero va ai 36 lavoratori de “La Petroniana”, licenziati via Pec alla Vsg di Ostellato, e alle numerose vertenze sindacali aperte sul territorio: dalla Berco al Petrolchimico, passando per la ex Tollok di Masi Torello e la Vm di Cento.
Poi ci sono i numeri, insopportabili, degli infortuni e delle morti sul lavoro: 1.077 nel 2024, di cui 9 nel ferrarese. Un dato in triste aumento. La sinistra deve ritrovare sé stessa stando nei luoghi di lavoro, combattendo il precariato e lo sfruttamento, promuovendo lo sviluppo dei territori avanzando proposte di riforma innovative e coraggiose nella loro radicalità. Noi saremo sempre dalla parte di chi lotta per migliorare le cose: l’8 e 9 giugno voltiamo pagina insieme.
*candidata alla segreteria dell’unione comunale del Partito Democratico di Ferrara
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