Scrivere una frase di Papa Francesco è un reato?
Disarmare la Terra oggi è un imperativo morale: ripetere queste parole di Papa Francesco è un reato?
Disarmare la Terra oggi è un imperativo morale: ripetere queste parole di Papa Francesco è un reato?
La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti “innominati”, responsabili senza nome e senza volto
Un'amicizia lunga più di vent'anni
Uno dei più autorevoli giuristi sul genocidio intervistato sul perché quello di Gaza è un genocidio, e perché non lo si vuole riconoscere
L'Italia non sia complice della pulizia etnica in Palestina
Traduco un editoriale di Daniel Blatman, pubblicato sul quotidiano israeliano Haaretz il 28 aprile 2025 (qui). Daniel Blatman è uno storico dell’Olocausto, alla guida dell’Institute for Contemporary Jewry alla Hebrew University di Gerusalemme. Assieme al collega Amos Goldberg, anche lui storico dell’Olocausto e docente di Storia ebraica e dell’ebraismo contemporaneo all’Università ebraica di Gerusalemme, ha scritto il testo “Non c’è Auschwitz a Gaza – ma è comunque un genocidio” (qui l’originale, qui una traduzione in italiano). Le loro voci testimoniano l’esistenza di una società civile e di un’opinione pubblica israeliane che si oppongono alle politiche genocidiarie e segregazioniste messe in atto dal governo Netanyahu (non certo solo a partire dal massacro del 7 ottobre).
Nel frattempo: sabato 3 maggio era la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa; come ci ricorda la giornalista italiana Francesca Fornario, a Gaza sono stati ammazzati più giornalisti che in qualunque guerra, più che nelle due guerre mondiali insieme. Israele non fa entrare la stampa internazionale per non avere testimoni di quello che tutti stiamo comunque vedendo.
Il 18 marzo, Israele ha ripreso i suoi attacchi contro la Striscia di Gaza, dopo aver abbandonato l’impegno a negoziare una seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco con Hamas.
In un attacco aereo selvaggio e omicida, eccezionale persino nel contesto della serie di orrori del continuo sterminio di innocenti a Gaza, sono morti più di 400 abitanti di Gaza, la stragrande maggioranza dei quali bambini, donne e altri civili indifesi. Tra le centinaia di vittime c’erano Nesreen Abdu (32), i suoi figli Ubaida (17), Omar (14) e Layan (9), insieme ai suoi nipoti Siwar (1 anno e mezzo) e Mohammed (5 mesi).
Rami Abdu, fratello di Nesreen, si è recato in ospedale per scoprire cosa fosse successo ai suoi familiari. Nella sua testimonianza, ha descritto l’orrore: “Il corridoio dell’ospedale era un fiume di sangue in cui ho visto quattro corpi avvolti in tappeti da preghiera intrisi di sangue. Ho cercato di identificare Nesreen dalla treccia, ma era bruciata. Le squadre di soccorso stavano raccogliendo resti di parti del corpo usando guanti di plastica e carta stagnola. Non c’era un solo sacco per cadaveri che non avessero usato”.
Abdu ha seppellito i suoi cari in una fossa comune vicino al cimitero nel quartiere Sheikh Radwan di Gaza City.
In quello stesso giorno, che passerà alla storia ebraica come un’eterna vergogna, un’altra donna ha perso il figlio. Si trovavano a Muwasi, un’area che Israele aveva dichiarato zona umanitaria. L’attacco aereo è iniziato la mattina presto. La madre trentaduenne e il padre trentaquattrenne erano stati evacuati da Deir al-Balah e dormivano in una tenda affittata per cinque shekel (1,35 dollari) a notte. La notte del bombardamento, i loro figli Bassan e Ayman sono stati feriti dalle schegge: sono morti per emorragia interna entro 40 minuti.
“I miei figli sono morti di fame”, ha detto la madre. È stata portata in ospedale e lì si è accasciata sui cadaveri dei figli. Il personale medico ha testimoniato che i bambini soffrivano di grave malnutrizione. Bassan pesava 14 chilogrammi al momento della morte e Ayman 12 chili. Da allora, i bombardamenti e la fame sono continuati. Il numero dei morti dal 18 marzo è salito a oltre 1.600.
La guerra di Gaza, che nella sua fase attuale si è trasformata in un massacro indiscriminato di innocenti, sta portando anche eroi straordinari alla ribalta dell’attenzione pubblica. Non mi riferisco alle persone che ricevono tale riconoscimento ogni sera in televisione e che l’ex Primo Ministro Naftali Bennett ha descritto come “una nazione di leoni”. Oggi, i veri eroi ebrei sono i sopravvissuti alla prigionia di Hamas e le loro famiglie, che non hanno perso la loro innata umanità e che si aggrappano ai valori umanitari e alla solidarietà.
Uno di questi eroi fu Marek Edelman (1919-2009), uno dei comandanti della rivolta del ghetto di Varsavia. Edelman, membro del Bund socialista in Polonia, ha espresso una voce rara e chiara nella sua ferma opposizione alle azioni di Israele nei territori occupati, in particolare a Gaza, esprimendo al contempo aspre critiche all’uso della memoria dell’Olocausto per giustificare violenza e oppressione. Edelman, sopravvissuto agli orrori dell’occupazione nazista della Polonia e testimone dell’eliminazione della comunità ebraica nel ghetto di Varsavia, considerava l’uso della memoria dell’Olocausto da parte di Israele una manipolazione della moralità che danneggia l’autenticità delle lezioni universali che se ne devono trarre. A suo avviso, Israele aveva trasformato la storia delle vittime e dei sopravvissuti in una risorsa politica, sfruttandola per giustificare l’oppressione dei palestinesi. In una nota dichiarazione, affermò:
“Essere ebreo significa essere sempre dalla parte degli oppressi, mai dalla parte degli oppressori”.
È impossibile, disse, fare affidamento sulla memoria dell’Olocausto e allo stesso tempo commettere atti che non sono diversi nella loro essenza dai crimini commessi contro gli ebrei. Durante la guerra in Kosovo, nel 1999, affermò:
“Quando le persone vengono massacrate, non si può restare a guardare senza fare nulla. Anche se non si può fermare l’omicidio ovunque, si è obbligati a cercare di fermarlo ovunque sia possibile”.
Il presidente Bill Clinton fece riferimento a Edelman quando spiegò la sua decisione di inviare aerei per fermare quella guerra.
Edelman mise in guardia contro l’ipocrisia di Israele nell’usare lo slogan “mai più” mentre imponeva un assedio prolungato a Gaza e seminava distruzione. Si riferiva allora a un periodo antecedente il 7 ottobre 2023.
Non esitò nemmeno a criticare l’omicidio di persone innocenti da parte dei palestinesi durante la seconda Intifada. In una lettera aperta alla leadership palestinese, sostenne che arrecare danno a persone innocenti, anche in nome di una giusta causa di liberazione nazionale, è intollerabile dal punto di vista morale. I combattenti del ghetto, disse, non hanno mai pensato di fare del male ai civili.
Presumibilmente, Edelman avrebbe denunciato con fermezza il terribile massacro commesso da Hamas il 7 ottobre. Ma non avrebbe risparmiato critiche a Israele, dopo aver dichiarato:
“L’occupazione crudele e immorale che il popolo ebraico sta mantenendo è incomprensibile, proprio perché gli ebrei avrebbero dovuto comprendere il significato dell’oppressione meglio di chiunque altro”.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com