Attualità
29 Aprile 2025
Chiude la bottega di via Padiglioni dopo 47 anni di attività: “Ringrazio le mie mani, le dita che mi han sempre seguito e soprattutto la testa”

Va in pensione dopo quasi mezzo secolo l’orologiaio Paolo Squarzoni

di Redazione | 3 min

Leggi anche

Paolo Govoni dalla Camera di Commercio a Sipro

L’attuale vicepresidente della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna è benvoluto sia dalla parte politica (Comune di Ferrara in primis, che detiene il 48% della società) che da quella imprenditoriale

Giardini Estensi, la 21ª edizione sarà in Piazza Ariostea

Come ogni primavera ritorna l'appuntamento di Giardini Estensi dedicato ai piccoli e grandi giardinieri. L’evento del 3 e 4 maggio, giunto alla 21ª edizione, presenta la novità del cambio di location che passerà dal Parco Massari alla vicina Piazza Ariostea.

“L’attività cesserà il 30-04-2025”, c’è scritto a mano con un pennarello nero su un pezzo di cartone appoggiato su un bell’orologio da tavolo. Dopo 47 anni di onorata attività, Paolo Squarzoni andrà in pensione chiudendo il suo negozio di orologiaio in via Padiglioni.

All’inizio di corso Ercole I d’Este venendo dal centro, una piccola porticina con su scritto “Riparazioni orologi” fa entrare in un mondo d’altri tempi, fatto di esperienza sedimentata e ricordi. Lì, per decenni, Squarzoni ha riparato ingranaggi, cercato soluzioni e “sistemato il tempo”.

Ora, all’età di 70 anni, con una piccola festa che ha radunato amici e parenti, ha voluto festeggiare questo traguardo di vita, alla presenza del sindaco Alan Fabbri, che salutato l’artigiano con una onorificenza da parte del Comune di Ferrara, un disegno dell’illustratore Alberto Lunghini.

In effetti, molto è cambiato da quando, poco più che ventenne, Paolo Squarzoni, originario di Marrara, aveva aperto la sua attività: al polso si indossano più orologi smart che ingranaggi, lo scandire delle ore compare su pc e sistemi digitali, si può chiedere direttamente all’intelligenza artificiale “che ora è?”.

“Ho iniziato in Fiat dove mi occupavo dei trattori, ma ho resistito solo qualche mese. Quando ho aperto il mio laboratorio per riparare orologi, Otello Droghetti, mio dirimpettaio, mi venne a salutare e mi disse: “Ricordati che se sai fare e sei onesto lavorerai sempre”. Fu un consiglio che non ho mai dimenticato. Ringrazio le mie mani, le dita che mi han sempre seguito e soprattutto la testa che serve per fare questo mestiere”, ha detto oggi l’orologiaio che domani chiude per sempre la sua attività, non senza emozione.

Lui stesso aveva imparato da Giancarlo Giberti, che aveva un negozio a Voghiera. Per un po’ è rimasto con lui, poi aprì il suo negozio a pochi passi dal Castello di Ferrara.

“Una vita in mezzo al tutto e al nulla”, come dice lui, seduto nella sua scrivania dove ci sono ancora tutti gli arnesi del mestiere, il tornio, pezzi di ingranaggi, orologi ovunque, un mobile in cui sono custoditi veri e propri cimeli, come un orologio da casino degli anni Quaranta: “Qui – spiega Paolo Squarzoni – si inserivano le monete e l’orologio partiva. Quando si interrompeva, era finito il tempo”.

Poi ricorda l’orologio più importante mai riparato: “Un Patek Philippe a ripetizione con suoneria e cronometro del 1880 circa. Fu comprato nel ‘95 all’asta a 450 milioni di lire. Mi veniva la febbre ogni volta che ci mettevo mano”.

Il tempo è denaro, e c’è chi, per una vita, ha riparato i meccanismi con cui si conta il tempo. Cosa mancherà di più? “La dedizione”, risponde sicuro. “Con gli orologi bisogna sempre metterci la testa. Spesso non basta smontarlo e pulirlo, serve della tecnica e questa si impara solo sul bancone del lavoro. Risolvevo il problema di notte, mentre dormivo. Mi svegliavo e venivo qui, in negozio, prima che facesse luce e mi mettevo a testa china finché l’orologio non era aggiustato”. Tra le soddisfazioni c’è anche aver lasciato questo patrimonio di conoscenze a un giovane ragazzo, che poi ha aperto un suo negozio a Rovigo.

“Paolo Squarzoni rappresenta appieno il tessuto imprenditoriale di queste terre. Grazie a una bella dose di ingegno, al tanto impegno e all’amore per il proprio mestiere ha dato vita a un’attività che, negli anni, si è distinta per competenza e affidabilità, tanto da essere insignito del titolo di Maestro orologiaio. Ora va in pensione, ma la sua professionalità rimane da esempio per i giovani artigiani e imprenditori che si affacciano nel mondo del lavoro, probabilmente in altri settori più contemporanei e nuovi mestieri”, ha detto il sindaco Alan Fabbri.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com