Politica
30 Aprile 2025
Lo fanno per "impedire una svolta autoritari" causata dai "contenuti che colpiscono il dissenso e restringono lo spazio civico" oltre che "per il metodo antidemocratico con cui è stato approvato"

No dl sicurezza. Poli e Fiorentini partecipano al digiuno a staffetta

di Redazione | 2 min

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Facendo un paragone con il 2023, fra le principali entrate correnti si registra un aumento della RcAuto (da 11,5 milioni a 11,9) e dell’imposta provinciale di trascrizione (Ipt), passata dai 9,7 milioni del 2023 ai 10,4 dell’anno scorso. Un andamento che lentamente sta riallineando l’entrata al periodo pre-covid.

Passa anche da Ferrara il digiuno a staffetta contro il Decreto Sicurezza promossa da A Buon Diritto, Acli, Antigone, Arci, Cgil, Cnca, Forum Droghe, L’Altro Diritto, La Società della Ragione e Ristretti Orizzonti. A partecipare anche i consiglieri di Coalizione Civica eletti nella lista Anselmo Sindaco Arianna Poli e Leonardo Fiorentini.

La staffetta, iniziata il 29 aprile, proseguirà fino al 30 maggio mentre i due consiglieri ferraresi si passeranno il testimone tra il 12 e il 13 maggio.

“Il digiuno – dicono – vuole essere una forma di resistenza civile contro un provvedimento che mette in discussione principi fondamentali della democrazia, criminalizzando il dissenso pacifico, la povertà e restringendo drasticamente lo spazio civico”.

“Il Decreto Legge Sicurezza – proseguono -, privo di reale necessità e urgenza, è stato emanato saltando il dibattito parlamentare”.

Mentre tra le misure più gravi citano: “⁠La repressione delle manifestazioni pacifiche, anche in carcere e nei CPR; ⁠la reclusione di donne incinte o con figli piccoli negli ICAM (carceri a tutti gli effetti), con la possibilità di separarle dai figli come sanzione; ⁠il divieto delle infiorescenze di canapa industriale; l’aumento dei poteri dei servizi di sicurezza, fino a consentire la creazione e gestione di associazioni sovversive o terroristiche; l’introduzione di nuovi reati per colpire la protesta sociale”.

Per Poli e Fiorentini si tratta di “un decreto che parla alla pancia più repressiva del Paese e che minaccia le libertà fondamentali”. È per questo che hanno deciso di aderire con il corpo ma anche con il ruolo istituzionale che ricoprono unendosi “a una protesta nonviolenta che riguarda tutta la cittadinanza”.

Lo fanno perché vogliono “impedire una svolta autoritaria” perché, come anticipato, “i contenuti del decreto sicurezza colpiscono pesantemente i diritti a manifestare il dissenso e restringono lo spazio civico ma anche per il metodo antidemocratico che ha scippato al Parlamento un testo senza che vi fossero la necessità e l’urgenza richieste dalla Costituzione”.

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