di Emanuele Gessi
Centinaia di persone hanno partecipato, venerdì sera (25 aprile) nella Cattedrale di Ferrara, alla veglia di preghiera presieduta dall’arcivescovo Gian Carlo Perego organizzata per ricordare Papa Francesco, scomparso lo scorso 21 aprile, a 88 anni.
In prima fila si sono seduti il prefetto Massimo Marchesiello, il sindaco Fabbri e alcuni assessori, tra cui Alessandro Balboni e Marco Gulinelli.
Fra il pubblico numeroso erano presenti fedeli e curiosi, ferraresi e turisti in visita: percorsi diversi che hanno spinto le persone a entrare, ma accomunate da un senso comune di gratitudine per il Pontefice venuto da lontano, come lui amava definirsi..
“Aveva un modo semplice di comunicare ma incisivo e la gente lo amava per questo”, ha commentato la signora Annalisa da Ravenna, poco prima che la veglia avesse inizio; un pensiero condiviso anche da Valentina, professoressa di italiano in un liceo della città, che ha aggiunto: “Papa Francesco è stata una figura di unità, che ha davvero costruito dei ponti fra le persone”.
“Il Papa – ha esordito l’arcivescovo Perego – ha segnato profondamente dodici anni non solo della storia della Chiesa, ma anche della storia del mondo. Fino all’ultimo i suoi incontri hanno avuto al centro le persone più semplici, come quando ha voluto incontrare i carcerati per la Pasqua. Con il Sinodo aperto a tutte le componenti del popolo di Dio – ha proseguito – ormai non si torna più indietro. Una rappresentanza quindi di tutta la Chiesa anche nel costruire le decisioni in un mondo che, come lui ha detto, sta cambiando”.
“Purtroppo – ha quindi concluso Perego – dentro la Chiesa c’è stato anche uno scisma. Credo che per Francesco sia stata una grande sofferenza ma al tempo stesso le sue decisioni, anche in questo caso, hanno sempre messo al centro la verità e la fede della tradizione della Chiesa“.
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