Attualità
26 Aprile 2025
Ganzaroli (cps La Resistenza): “Rivendichiamo l’importanza delle attività e delle iniziative che da sempre portiamo avanti nel sociale, pretendiamo spazi fisici dedicati"

Il corteo del 25 aprile ‘infiamma’ Ferrara: “La libertà va conquistata”

di Redazione | 3 min

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di Elena Coatti

Centinaia di persone hanno attraversato le strade di Ferrara nel corteo del 25 aprile, in occasione degli 80 anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, partendo da via Ippodromo fino a piazza Cattedrale. Una giornata intensa, partecipata che ha raccolto l’entusiasmo anche dei passanti che si sono uniti ai canti partigiani. Una giornata che non ha lasciato spazio alla retorica, né alla sobrietà, ma si è fatta voce di una resistenza viva e ancora necessaria. 

La manifestazione si è rivelata, infatti, non solo una commemorazione di coloro che hanno dato la vita per salvare il Paese, ma anche un momento dal carattere fortemente politico e sociale capace di intrecciare la memoria storica con le lotte del presente. Semplici cittadini e associazioni che, oggi, si vedono togliere gli spazi di incontro e solidarietà hanno ribadito lungo il corteo la necessità di fare fronte comune contro la deriva repressiva del Governo.

A prendere parola sono stati i portavoce del cps La Resistenza, di Ferrara per la Palestina, del Collettivo Transfemminista, del Fronte della Gioventù Comunista e di Cittadini del Mondo. “Rivendichiamo l’importanza delle attività e delle iniziative che da sempre portiamo avanti nel sociale, pretendiamo spazi fisici dedicati – dice Francesco Ganzaroli (cps La Resistenza) –. Siamo qui anche perché a Ferrara è in atto un attacco aperto e violento contro tutto il mondo dell’associazionismo e del volontariato”.

Di importanza fondamentale, per i palestinesi, aderire a questa manifestazione. “La resistenza palestinese è in continuità storica con quella italiana sia mezzi che nelle rivendicazioni”, afferma Adam Sami (Ferrara per la Palestina). Anche Virginia della collettiva Ferrara Transfemm sottolinea quanto sia attuale il tema della resistenza: “Le dinamiche di subalternità e prevaricazioni ci sono su tutte le soggettività ed oggi più che mai, con il ricordo delle partigiane, dobbiamo rendere vivo quel messaggio e ripraticarlo in funzione dei nuovi fascismi”.

A preoccupare i manifestanti è soprattutto il clima di altissima tensione socio-economica e militare. “I partigiani hanno lottato per un paese libero dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo – ricorda Giovanni Ragusa (Fgc) –, un programma che è stato disatteso e di cui ci sentiamo eredi, tanto più in un’epoca in cui la guerra imperialista si fa sempre più generalizzata”.

Le parole pronunciate in piazza hanno così toccato temi centrali della quotidianità e del dibattito politico: dalla denuncia del riarmo in Italia e in Europa al genocidio in corso in Palestina, passando per una dura critica al decreto sicurezza del governo Meloni, considerato un inquietante ritorno a pratiche autoritarie e repressive. 

“Il decreto legge sicurezza altro non rappresenta che uno dei tasselli che questo governo vuole utilizzare per mettere tutti noi a tacere – spiega Ganzaroli –. Un decreto per tutelare maggiormente le forze di polizia nelle loro operazioni, come nel recente corteo a Milano, totalmente ingiustificate nel contesto e nella violenza”.

Il corteo si è infine chiuso sul sagrato della Cattedrale con un appello alla mobilitazione continua: “Quando ci toglieranno diritti, noi li difenderemo con i nostri corpi. I partigiani ce l’hanno insegnato: la libertà non si eredita, ma si conquista”.

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