Di importanza fondamentale, per i palestinesi, aderire a questa manifestazione. “La resistenza palestinese è in continuità storica con quella italiana sia mezzi che nelle rivendicazioni”, afferma Adam Sami (Ferrara per la Palestina). Anche Virginia della collettiva Ferrara Transfemm sottolinea quanto sia attuale il tema della resistenza: “Le dinamiche di subalternità e prevaricazioni ci sono su tutte le soggettività ed oggi più che mai, con il ricordo delle partigiane, dobbiamo rendere vivo quel messaggio e ripraticarlo in funzione dei nuovi fascismi”.
A preoccupare i manifestanti è soprattutto il clima di altissima tensione socio-economica e militare. “I partigiani hanno lottato per un paese libero dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo – ricorda Giovanni Ragusa (Fgc) –, un programma che è stato disatteso e di cui ci sentiamo eredi, tanto più in un’epoca in cui la guerra imperialista si fa sempre più generalizzata”.
Le parole pronunciate in piazza hanno così toccato temi centrali della quotidianità e del dibattito politico: dalla denuncia del riarmo in Italia e in Europa al genocidio in corso in Palestina, passando per una dura critica al decreto sicurezza del governo Meloni, considerato un inquietante ritorno a pratiche autoritarie e repressive.
“Il decreto legge sicurezza altro non rappresenta che uno dei tasselli che questo governo vuole utilizzare per mettere tutti noi a tacere – spiega Ganzaroli –. Un decreto per tutelare maggiormente le forze di polizia nelle loro operazioni, come nel recente corteo a Milano, totalmente ingiustificate nel contesto e nella violenza”.
Il corteo si è infine chiuso sul sagrato della Cattedrale con un appello alla mobilitazione continua: “Quando ci toglieranno diritti, noi li difenderemo con i nostri corpi. I partigiani ce l’hanno insegnato: la libertà non si eredita, ma si conquista”.