Come ogni anno, il 28 Aprile è la giornata mondiale dedicata alla Salute e Sicurezza sul lavoro e alla memoria delle vittime di Amianto.
La sede territoriale dell’Associazione familiari e vittime di Amianto ER e la Camera del lavoro di Ferrara hanno deciso di focalizzare la ricorrenza internazionale, sulle persone che hanno lottato e perso la vita a causa delle patologie legate all’Amianto e sulle future iniziative da intraprendere per attivare la Prevenzione collettiva.
Tutto questo sarà posto al centro della riflessione e della discussione dei Rappresentanti dei lavoratori aziendali e territoriali, delle categorie e del patronato Inca, all’interno della Cgil. Il tema resta purtroppo un’emergenza sanitaria e ambientale ancora aperta, a cui indirizzare l’attenzione e l’azione dell’associazionismo e del sindacato.
Le stime più attendibili ci dicono che nel nostro Paese ci sarebbero ancora decine di milioni di tonnellate di amianto e che di questo passo potrebbero servire diversi decenni per liberarcene e per metterlo in sicurezza. L’istituto Superiore di Sanità registra che tra il 2010 e il 2020 in Italia sono decedute di mesotelioma in media 1545 persone all’anno.
Il rapporto del COR-RENAM della nostra regione, conferma che il Emilia Romagna dal 1996 al 30 giugno 2024 sono stati diagnosticati 3584 mesoteliomi (di cui 347 a Ferrara) e di questi 2166 sono classificati come tumori professionali. Numeri drammatici a cui si devono sommare anche le altre malattie asbesto correlate. L’emergenza non riguarda solo il passato.
Il rischio di esposizione professionale esiste tuttora per molti lavoratori, a partire ad esempio da quelli impiegati nel settore edile, interessati alle ristrutturazioni di edifici datati, nei quali è stato fatto un uso massiccio dell’amianto, in quanto costruiti prima del 1992 (data di abolizione della lavorazione e utilizzo dell’amianto in Italia).
Così come riguarda i Vigili del Fuoco, i quali intervenendo in zone colpite da fenomeni estremi, frutto del cambiamento climatico, non sempre possono prevedere quel che troveranno, ed ancora i lavoratori occupati nelle bonifiche, nello smaltimento e nella conservazione del materiale nelle discariche.
Molti passi avanti sono stati fatti, se pensiamo alle linee guida approntate nel 2019 dalla Regione Emilia Romagna e condivise con le Ausl, dentro la programmazione del Piano Regionale Amianto.
Tuttavia, dai dati a disposizione, possiamo affermare che a distanza di anni siamo ancora lontani dalla piena attuazione dei protocolli da parte dei 330 Comuni presenti nella nostra regione.
C’è ancora tanto da fare per vincere la paura e i timori dei cittadini nell’affrontare il tema amianto ma soprattutto per metterli in condizioni di poter economicamente sostener le spese per rimuoverlo dalle loro abitazioni.
C’è ancora tanto da fare per spingere la politica ad approcciare la questione in maniera adeguata, a iniziare dalla mappatura degli edifici pubblici e privati che sono sede di manufatti di cemento amianto.
Questa è una grande battaglia di giustizia sociale e di civiltà, che va perseguita con determinazione, urgenza e impiego di nuove e aggiuntive risorse, per far sì che la soluzione del problema non si scarichi sulle future generazioni.
AFEVA ER e CGIL Ferrara
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