Da diversi anni si discute di eutanasia e fine vita “anche visti e considerati i vari casi che sono approdati nelle aule di Giustizia, con la conseguenza che numerosi cittadini e cittadine chiedono alla politica una regolamentazione chiara per poter esercitare la propria libertà di scelta e il diritto all’autodeterminazione”. La Civica Anselmo Sindaco propone un odg che impegni il Comune a farsi promotore di queste istanze. Chiedono inoltre all’Assemblea regionale e al presidente della Regione Emilia Romagna di “incardinare la discussione del testo della proposta di legge popolare ‘Liberi Subito’ ed approvare una normativa regionale come già successo in Toscana”.
Il Comune, secondo i tre firmatari Leonardo Fiorentini, Fabio Anselmo e Arianna Poli, dovrebbe “promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione sul testamento biologico sul territorio in collaborazione con le strutture sociosanitarie, il personale medico, le associazioni, i cittadini e i professionisti della materia del diritto al fine di garantire che tutte le cittadine e i cittadini siano consapevoli del proprio diritto di autodeterminazione in materia di fine vita”.
Chiaramente dovrebbe anche sollecitare il Parlamento e il Governo a legiferare oltre a “sostenere iniziative regionali o nazionali volte a superare le attuali incertezze normative e burocratiche, assicurando tempi certi e procedure uniformi per chi richiede il suicidio assistito o l’eutanasia”.
“Attualmente – infatti -, nel nostro ordinamento giuridico, vi è disparità di trattamento tra chi può togliersi la vita da sé e chi, invece, necessita di aiuto per farlo”.
Così il Comune viene anche invitato a “collaborare con le strutture sanitarie locali per garantire che le richieste di fine vita vengano ottemperate, trattate con rispetto, trasparenza e nell’interesse della dignità della persona”.
Focale, per i promotori dell’odg, “sostenere e promuovere un dibattito pubblico su questi temi, coinvolgendo la cittadinanza, associazioni, medici e giuristi, per costruire una società più consapevole e rispettosa del principio di autodeterminazione”.
Infine chiedono di fare pressione trasmettendo “il presente ordine del giorno alle Istituzioni competenti per sollecitare un intervento legislativo chiaro e rispettoso della libertà di scelta di ogni cittadino”.
Nell’odg vengono ricordati alcuni dei numerosi casi che hanno calcato le pagine dei giornali: “Quelli di Piergiorgio Welby, affetto da distrofia muscolare, Giovanni Nuvoli, affetto da SLA, Fabio Antoniano, noto come “DJ Fabo”, divenuto cieco e tetraplegico a seguito di un incidente stradale”. In questi casi, come in altri, sono emerse “le difficoltà burocratiche e legali, morali ed etiche che i malati terminali affrontano per poter accedere al suicidio assistito o all’eutanasia”.
Ricordano quindi che “nel nostro ordinamento giuridico, vi è disparità di trattamento tra chi può togliersi la vita da sé e chi, invece, necessita di aiuto per farlo: il primo comportamento, infatti, non è penalmente represso, il secondo, invece, ancora oggi, sì”.
Portano dunque l’esempio di regioni come il Veneto e l’Emilia Romagna che “hanno avviato percorsi normativi per regolamentare il suicidio medicalmente assistito”.
“In questa ipotesi – spiegano – è la persona istante ad agire iniettandosi il farmaco che le procura la morte. Tuttavia i tempi di accesso a questa procedura sono spesso così lunghi da compromettere l’esercizio stesso di questa facoltà: succede, infatti (ad esempio in casi di persone affette da SLA o da altre malattie degenerative) che, dal momento in cui la persona fa istanza per accedere alla procedura di suicidio medicalmente assistito al momento in cui tale possibilità viene accordata passi un lasso di tempo considerevole, durante il quale la persona perde la capacità di intendere e di volere o la capacità di movimento e, dunque, anche la possibilità di iniettarsi il farmaco autonomamente. Perde, dunque, la libertà di scelta e di autodeterminazione e chiunque lo aiuti potrebbe essere imputato del reato di aiuto al suicidio di cui all’art. 580 Codice Penale”.
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