Delle vicissitudini relative alla statua di Vittorio Emanuele II si è parlato molto in questi giorni.
Anche il monumento dedicato a Garibaldi, nei giardini di viale Cavour, ebbe però una storia complicata.
L’iter che portò all’approvazione del progetto fu complicato : liti, mancanza di soldi, accuse di favoritismo e plagio non mancarono di certo.
Alla fine il compito di realizzare il busto fu affidato al cesenate Tullo Golfarelli, ma il ferrarese Luigi Bolognesi lamentò di essere stato derubato della sua idea originale.
Luigi Bolognesi , artista concittadino quasi dimenticato, fu insegnante di Plastica presso il Civico Ateneo di Ferrara dove nacque nel 1843. Trasferitosi a Roma, collaborò con insigni scultori come Giulio Monteverde ed Ettore Ximenes. Continuò a mantenere rapporti di lavoro con la sua città realizzando diverse opere per la Certosa di Ferrara mentre per il Municipio realizzò alcuni busti come quello di Re Umberto I (1872). A Roma morì suicida dopo aver attraversato profonde crisi depressive.
Il Bolognesi veva progettato il lavoro nell’ambito di una precedente gara pubblica indetta per quello stesso monumento. Della Commissione di gara, che aveva chiuso la procedura senza vincitori, faceva parte lo stesso Golfarelli, che poi ricevette senza gara, l’incarico di realizzare il monumento, e lo fece attingendo alle idee progettuali del Bolognesi. Avrebbe anche copiato da questi l’idea del garibaldino morente, identificato con il ferrarese Gaetano Ungarelli, eroe morto al seguito di Garibaldi. Il Bolognesi, caduto in depressione per ragioni forse imputabili anche alle delusioni professionali -compresa la vicenda del busto di Garibaldi – si tolse la vita nel 1907.
Una decina di giorni prima dell’inaugurazione, poi, il monumento venne sfregiato da teppisti o da clericali che mal sopportavano l’esaltazione di Garibaldi (complice, con i Savoia, di aver posto fine al potere temporale dei Papi).
Insomma, i monumenti dedicati a Vittorio Emanuele II e a Garibaldi ebbero varie traversie.
Secondo quanto si mormorava nei circoli cattolici dell’epoca, la scomunica di Pio IX stava producendo i suoi effetti, colpendo anche i monumenti dedicati agli scomunicati.
Certamente la chiacchiera non era fondata, ma – come fu, come non fu – gli eventi sfortunati abbinati ai due monumenti si verificarono davvero.
Mario Borgatti