Avrebbe dovuto fare ritorno a casa e riabbracciare la propria famiglia in queste ore, tra giovedì 17 e venerdì 18 aprile, Alessandro Coatti, il 38enne biologo di Alfonsine – nato a Portomaggiore – che è stato ucciso e fatto a pezzi a Santa Marta, in Colombia.
A ricordarlo è la mamma del giovane, Sandra Lovato, pubblicando – così come aveva fatto la scorsa settimana – una storia su Instagram, ripercorrendo quelle che sarebbero state le tappe del rientro del figlio in Italia.
“Cartagena/Madrid, Madrid/Bologna. Finalmente saresti arrivato” ha scritto la donna, chiudendo il pensiero con un “ti amo Alessandro” accompagnato, nello sfondo, da una foto del 38enne ritratto sorridente mentre fa il gesto della vittoria con le dita.
Ancora da chiarire le cause che hanno portato alla tragica fine del ricercatore italiano, anche se – tra le piste sondate – non è da trascurare quella del delitto per motivi omofobi, dal momento che Coatti non ha mai nascosto la propria omosessualità.
Esclusa invece quella che porta all’azione di un gruppo di paramilitari. Infatti, in un video ufficiale pubblicato su X, gli Autodefensas Conquistadoras de la Sierra Nevada (Acsn) hanno negato qualsiasi coinvolgimento nell’omicidio del 38enne.
Per far luce sul fatto, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine chiedendo una rogatoria internazionale per avviare una collaborazione con i magistrati colombiani, quindi l’invio a Bogotà di un team d’indagine per svolgere accertamenti al fianco dei colleghi colombiani.
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