Politica
16 Aprile 2025
Parte la demolizione dell'ultimo lotto. Il sindaco ora crede nel social housing che prima “non aveva senso”

Ex Palaspecchi. Fabbri esulta, ma prima la pensava diversamente

di Redazione | 3 min

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“A chi non ha mai smesso di crederci: ieri, oggi e domani. Il Palaspecchi ci insegna che nessun sogno è troppo lontano, se a inseguirlo lo facciamo insieme”. Inizia così il video in slow motion che Alan Fabbri fa pubblicare sui social.

Sono partiti infatti i lavori di demolizione dell’ultimo lotto oggetto di riqualificazione urbana dell’area. Parte degli edifici coinvolti fanno riferimento all’intervento relativo alla riqualificazione dell’immobile dismesso in via Beethoven per la realizzazione di 53 alloggi Ers (edilizia residenziale sociale), per un importo complessivo di 10 milioni e 377.600 euro, mentre la restante parte all’intervento riguarderà la riqualificazione dell’area con la realizzazione delle nuove aree sportive con il progetto “Prosport”, per un importo complessivo di 1,9 milioni di euro.

C’era un tempo in cui l’area del Palaspecchi era il simbolo dell’abbandono, un’enorme zona dimenticata lasciata al degrado e all’illegalità, un rifugio per irregolari, per chi viveva di espedienti, per lo spaccio e la paura”. Così continua il video mentre mostra le ruspe in azione e il sindaco con il casco protettivo seguire da vicino i lavori.

Un pezzo di città dove l’amministrazione locale aveva deciso di voltarsi dall’altra parte – prosegue -, ma in mezzo a quel silenzio c’erano cittadini che non si sono mai arresi. Residenti che hanno denunciato, chiesto aiuto, preteso ascolto, E c’eravamo anche noi”.

Tutto vero. Tranne il fatto che Fabbri e i suoi erano lì per chiedere a gran voce la demolizione dell’ex Palaspecchi e per criticare l’allora giunta Tagliani di aver intrapreso la strada della riqualificazione e dell’housing sociale.

“Quando ancora non ero sindaco di Ferrara – afferma Fabbri – abbiamo scelto di stare dalla parte [dei cittadini], siamo entrati in quell’area, ci abbiamo messo la faccia, abbiamo raccolto testimonianze, portato la voce di chi ci viveva ogni giorno e ci siamo presi un impegno che un giorno tutto sarebbe cambiato”.

“Quel giorno è arrivato – esulta il primo cittadino -. Oggi dove c’erano edifici abbandonati partirà una nuova area verde con campi sportivi, percorsi di vita, spazi per il fitness e l’aggregazione. In via Beethoven stanno nascendo invece 53 nuovi alloggi di edilizia residenziale sociale. Ferrara sta cambiando volto e quello che una volta era sinonimo di degrado diventa ora un esempio di rigenerazione urbana e riscatto sociale”.

Fabbri quindi oggi esulta per i 53 futuri alloggi Ers, ma fino a pochi anni fa, quando ancora non era al governo della città, la pensava abbastanza diversamente. “Il social housing non si farà, meglio demolire” affermava allora. “Un progetto dai piedi di argilla che poggia su basi deboli e instabili”. E ancora: “No al social housing: area appetibile per altre destinazioni”, “Un enorme spreco di denaro, destinato a fallire miseramente”; oppure “non ha senso costruire nuovi appartamenti, ci sono già tante case non abitate in città”.

Più diretto ancora il suo braccio destro Nicola Naomo Lodi, che voleva demolire tutto per farci uno stadio.

A commentare il dietrofront di Fabbri, sempre sui social, è Ilaria Baraldi, ex consigliera e componente della segreteria del Pd, che si dice “allibita per il coraggio di sindaco e affini nel mistificare la realtà e nell’appropriarsi oltre ogni decenza di progetti che hanno osteggiato in modo inequivocabile”.

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