A distanza di un anno dalle polemiche che avevano travolto il Ferrara Buskers Festival, oggi apprendiamo con sorpresa e curiosità che la manifestazione “torna a casa”: nel cuore pulsante del centro storico, tra le vie e i ciottoli dove tutto era cominciato nel lontano 1988. Un ritorno annunciato come festoso, vivace, coinvolgente. Eppure, molte delle perplessità sollevate nel 2024 restano ancora oggi senza risposta.
All’epoca si criticava la scelta di confinare l’evento in una sola via (Ercole I d’Este) e all’interno del Parco Massari. Oggi si celebra il ritorno “dove tutto è cominciato”, ma permane una questione tutt’altro che secondaria: l’ingresso a pagamento resta. Anche per accedere alle vie del centro, i cittadini dovranno acquistare un biglietto (nel 2024: 11 euro giornalieri, ridotto a 8 euro; abbonamenti da 3 giorni a 20 euro, da 5 giorni a 40 euro, più diritti di prevendita). A quanto pare, anche quest’anno sarà così.
Ci si chiede allora: verranno chiuse strade pubbliche e piazze del centro storico? E se sì, in quali orari? Sarà possibile attraversarle senza pagare? Oppure la fruizione sarà totalmente subordinata all’acquisto di un biglietto?
Non si tratta solo di una questione logistica, ma di principio. La privatizzazione – anche temporanea – di spazi pubblici per fini commerciali, pur con intenti culturali, non può essere considerata un’evoluzione neutra. Il Ferrara Buskers Festival era nato come celebrazione della libertà artistica, gratuita e diffusa. Un’arte di strada che si offriva a sorpresa, al passante curioso, senza barriere economiche o selezioni dall’alto.
Il messaggio diffuso dallo staff del festival sui social parla di “costi da sostenere”, di “festival cresciuto”, di “risonanza mondiale”. E tuttavia, nel 2024 la manifestazione ha ricevuto ben 256.248,16 euro in contributi pubblici, così suddivisi:
Ministero della Cultura: € 36.363,16
Regione Emilia-Romagna: € 45.567
Comune di Ferrara: € 137.280, di cui:
• € 105.600 in contributo economico diretto
• € 13.700 per l’uso gratuito dell’immobile di via Traversagno 29
• € 9.750 per il servizio stampa e comunicazione
• € 9.750 per la produzione del merchandising
• € 3.838 corrispondenti al canone annuo dell’immobile
Comune di Comacchio: € 19.500
Camera di Commercio: € 3.838
Rispetto all’anno precedente, quando i contributi ammontavano a 192.752,97 euro, si registra un incremento di 63.495,19 euro.
I cittadini possono consultare la sezione trasparenza del sito ufficiale del Ferrara Buskers Festival:
https://www.ferrarabuskers.
Una domanda sorge spontanea: è davvero inevitabile far pagare l’ingresso al pubblico, nonostante le ingenti risorse pubbliche di cui il festival già gode?
Esistono alternative? Forse sì. Si potrebbe introdurre un sistema di donazioni libere (come avviene in altri eventi internazionali), lasciando alla generosità del pubblico il sostegno diretto agli artisti.
Tutto ciò nel rispetto di quel principio di accessibilità universale che ha fatto la fortuna e l’identità del Ferrara Buskers Festival: la partecipazione libera, la gioia spontanea, l’incontro senza barriere.
Ferrara non ha bisogno di un evento a pagamento nel centro storico, ma di un festival che appartenga davvero a tutte e tutti.
Cordialmente
Anna Ferraresi, ex consigliera comunale