di Elena Coatti
Un passo avanti per la democrazia: anche i fuori sede potranno votare al Referendum dell’8 e 9 giugno. Ma c’è una scadenza da segnare in rosso sul calendario: entro il 4 maggio gli studenti, i lavoratori e chiunque si trovi lontano da casa per motivi di salute potrà presentare domanda per votare nel Comune in cui si trova, senza dover tornare nel proprio comune di residenza.
Una svolta storica che mette fine all’esclusione di migliaia di elettori fuori sede, considerando i quasi 30mila iscritti all’Università di Ferrara.
Grazie al decreto legge n.27/2025, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 marzo, chi si trova in una provincia diversa da quella di residenza per almeno tre mesi (e nel periodo in cui si vota) può chiedere di votare dove si trova temporaneamente domiciliato.
Basta presentare domanda – usando il modulo online – al Comune ospitante, allegando un documento d’identità, la tessera elettorale e una certificazione che giustifichi la permanenza (come un contratto di lavoro, un certificato medico o l’iscrizione all’Università).
La domanda si può presentare a mano, per delega o via telematica, ma chi lo fa oltre il 4 maggio resta escluso da questa possibilità. Resta comunque possibile revocare la richiesta fino al 14 maggio.
All’interno del modulo, inoltre, si può anche indicare la disponibilità a partecipare come presidente o scrutatore nelle sezioni speciali dedicate al voto fuori sede, un’opportunità utile per chi vuole contribuire attivamente alla macchina elettorale.
Questa sperimentazione potrebbe costituire un precedente significativo per future consultazioni elettorali, andando incontro a una fetta sempre più ampia di cittadini, in particolare giovani e lavoratori, spesso penalizzati dalle rigide regole sul voto legato al comune di residenza.
Il segnale è chiaro: la partecipazione democratica cerca di adeguarsi alla mobilità e alle esigenze della società contemporanea.
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