La storia di Amy, 5 anni, e dei suoi compagni strappati alla morte
La tragica quotidianità di chi salva vite e di chi viene salvato in mare tradotta in un romanzo che è tutto tranne che una versione romanzata della Storia
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"Ed eccoci di nuovo qua, all'alba di un nuovo Ferrara Summer Festival". Giulio Giovannini, un cittadino che già lo scorso anno aveva scritto a questo giornale lamentando i disagi causati dal Ferrara Summer Festival, torna a parlarne alla vigilia dell'edizione 2025
Le organizzazioni sindacali Confederazione Unitaria di Base, Sindacato Generale di Base e Unione Sindacale di Base hanno proclamato uno sciopero generale nazionale di ventiquattro ore di tutti i settori pubblici e privati per venerdì 20 giugno
L'iniziativa, promossa da Caldirolo Libera, Forum Ferrara Partecipata, Fiab, Koesione 22 e Co-Housing San Giorgio, aveva lo scopo di "sensibilizzare la cittadinanza sul preoccupante numero di incidenti e sul ritardo nel raggiungimento degli obiettivi del Piano per la Mobilità Sostenibile di Ferrara, adottato nel 2019"
Dopo il dialogo, ancora aperto ma complesso, con il Comune di Ferrara iniziato a seguito della pec con la quale si informava Cittadini del Mondo che dovevano lasciare lo spazio da loto utilizzato da oltre trent'anni, l'associazione lancia una campagna di crowdfunding
Ogni anno, il 7 aprile, scala un monte. E sulla cima depone una rosa. Una rosa per Sara. Perché il cuore che l’ha portata lassù è quello di Sara. Fabiola Arena ha 44 anni. E da 7 porta dentro di sé il cuore di questa ragazza che non ha mai conosciuto.
Quella di Fabiola è una toccante storia d’amore. Una storia nata, e rinata, grazie al trapianto di organi, di cui venerdì si celebrava la giornata mondiale.
Lei è antropologa, archeologa e speleologa; ha lavorato come ricercatrice all’Università di Ferrara, adesso insegna nella scuola secondaria di primo grado, occupandosi di alunni con disabilità, e recentemente si è qualificata come accompagnatrice di escursionismo del Club Alpino Italiano.
La sua vita ha rischiato di interrompersi all’età di due anni, quando i medici le diagnosticarono una leucemia. Guarì grazie alla chemioterapia. Ma quella cura tanto pesante per una bambina le lasciò segni indelebili sul cuore. Fu farmaco ma anche veleno. Il fisico regge fino ai 12 anni, quando ha il primo episodio di scompenso cardiaco.
Da lì inizia la sua lunga storia di malattia. “A un certo punto, negli ultimi anni – ricorda – la malattia aveva iniziato a prendere il sopravvento. La terapia orale non era più sufficiente. Entravo e uscivo dagli ospedali perchè riuscivano a ricompensarmi solo con la terapia in vena. Poi nemmeno quella non funzionava più. Quindi i medici della Cardiologia di Trieste decisero di inserirmi nella lista di attesa per il trapianto”.
Erano giorni di angoscia. “Temevo di arrivare al trapianto agganciata a una macchina…”. Ma dopo appena due settimane dall’entrata in lista suona il telefono. È il 7 aprile 2018. Mezzanotte e 40 minuti. L’ospedale di Udine la chiama per l’operazione.
“La mia donatrice era una ragazza sarda quasi coetanea. La ringrazio ogni giorno per avermi restituito una vita bellissima”.
Dopo la convalescenza Fabiola inizia ad avvertire una forza che non aveva mai conosciuto. Il suo corpo inizia a rispondere con un vigore che aveva dimenticato. O forse mai conosciuto. “Ho iniziato a fare sport e vedevo che il mio corpo rispondeva. Volevo viaggiare, prendere la mia vita in mano, andare in montagna”.
Le Dolomiti erano state da sempre il suo sogno irrealizzato.
Ora invece, ogni anno, ogni 7 aprile, da una vetta diversa Fabiola incontra Sara. Così ha voluto battezzare la sua sconosciuta benefattrice. Quest’anno la cima che si è arricchita di una rosa rossa è quella Al Bal, tra il lago di Garda e il lago di Ledro.
“Ti saluto da qui, in vetta – ha scritto sul suo profilo Facebook per l’occasione -, dove posso immaginarti alla coincidenza di un inaspettato orizzonte; da qui, in alto, dove la vita risuona come un’armonia di connessioni, la stessa che ha legato la tua esistenza alla mia. Ti saluto da qui, su una montagna, il luogo in cui ho sperimentato il mio essere nuova, lo spazio della libertà conquistata; il luogo dove ti sento accanto più di ogni altro. Io ti ritrovo in questa natura meravigliosa, come un soffio vitale che risveglia lo splendore dell’esserci. Ti ritrovo ad ogni battito accelerato, in ogni mio respiro affannato dopo una salita… «Eccoti!», mi dico. E sorrido puntualmente dentro la fatica, che conserva e alimenta la forza, motore di tutti i traguardi raggiunti e di quelli ancora possibili”.
Sara è “il motivo per cui ogni giorno costruisco e custodisco la mia felicità, che mi parla costantemente dei cambiamenti come risorsa e della grandiosità dello straordinario, restituendomi il coraggio e la forza di immaginarmi oltre, di sognare una rivoluzione, di pensare ad una nuova e splendida versione di me per dare valore al mio fortunato destino. Sei quell’amore che restituisce la vita solo per la potenza del significato: dare con una visione di infinito”.
Fabiola parla di restituzione perché “ogni minuto per me è già tanto tempo: il tempo della possibilità, della speranza, dei desideri che si possono avverare, della meraviglia, di un’indecifrabile ricchezza. È il tempo dei gesti immortali, che compiono miracoli deviando i destini su sentieri di luce. Quel tempo in cui la vita vibra di intensità straordinaria, che non finirà mai, nè dopo di te e neanche dopo di me”.
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