Attualità
13 Aprile 2025
Intervento chirurgico innovativo eseguito a Cona grazie alla collaborazione multidisciplinare di molti professionisti dell’ospedale

Salvato l’occhio a neonato di tre mesi affetto da malformazione rarissima

di Redazione | 4 min

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Un intervento chirurgico innovativo è stato eseguito presso l’unità operativa di Chirurgia maxillo-facciale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara diretta dal prof. Manlio Galiè, permettendo di salvare l’occhio e preservare la vista di un piccolo paziente di soli tre mesi, affetto da una malformazione rarissima – una cisti glio-ependimale – che avrebbe potuto compromettere in modo irreversibile non solo la funzione visiva, ma anche lo sviluppo delle strutture circostanti.

Il risultato è stato possibile grazie alla stretta collaborazione multidisciplinare tra i professionisti della chirurgia Maxillo-facciale, Pediatria, Anestesia e Chirurgia pediatrica, Neonatologia, Oculistica, Neurochirurgia, Neuroradiologia, Neurofisiologia e la Direzione assistenziale (attraverso il contributo delle dott.sse Paola Caponcelli e Valentina Cammarere).

UN CASO RARISSIMO E UN INTERVENTO SALVAVITA. Le cisti glio-ependimali sono malformazioni estremamente rare (sono riportati circa 44 casi in tutta la letteratura mondiale, di cui 4 in Italia), caratterizzate da una crescita anomala di tessuto che può compromettere gravemente la vista e le strutture anatomiche vicine.

Nel caso specifico del bimbo trattato, la cisti stava comprimendo l’occhio, mettendo a rischio non solo la vista, ma anche il corretto sviluppo dell’orbita e delle strutture periorbitali.

Il piccolo paziente, proveniente da Rimini, presentava una recidiva dopo un intervento per la malformazione orbitaria con compressione del bulbo oculare e del nervo ottico; grazie alla collaborazione in rete con la Neonatologia di Rimini era stato tempestivamente avviato ad una valutazione specialistica presso l’Ambulatorio di Neuroftalmologia Pediatrica di Ferrara.

A seguire è stata messa in atto un’attenta pianificazione preoperatoria, supportata da tecniche di imaging neuroradiologico ed oculistico.

In questo modo è stato possibile individuare la strategia chirurgica più sicura ed efficace. L’intervento, svolto in team dal Chirurgo maxillo-facciale, l’Oculista e il Neurochirurgo ha richiesto una precisione estrema per rimuovere la malformazione senza compromettere i tessuti sani e garantire il miglior esito funzionale ed estetico possibile. La complessità dell’intervento è stata amplificata dalla presenza di una gravissima malformazione cardiaca che ha richiesto un’attenta pianificazione anestesiologica pediatrica al fine garantire la massima sicurezza durante l’operazione.

UN MODELLO DI ECCELLENZA E LAVORO DI SQUADRA. “Questo intervento è un esempio di come l’unione di competenze diverse possa fare la differenza per salvare non solo la vita, ma anche la sua qualità in un paziente così piccolo – dichiara Galiè -. La collaborazione fra tutti i professionisti è stata fondamentale per ottenere il miglior risultato possibile e offrire al piccolo la possibilità di una crescita normale con la conservazione della vista”.

“La possibilità di preservare l’occhio – commenta il prof. Marco Mura, direttore dell’unità operativa di Clinica oculistica – e la funzione visiva in un caso così raro e complesso rappresenta un risultato straordinario”.

“Presso la Clinica pediatrica di Ferrara, nell’ambito delle attività di Pediatria neurologica – mette in evidenza la prof.ssa Agnese Suppiej, direttrice della Clinica pediatrica del S. Anna – è attivo un ambulatorio dedicato alla neuroftalmologia pediatrica ed alle malattie rare oculari che comportano ipovisione e rischio per il neurosviluppo, in collaborazione con la Clinica Oculistica. Questo intervento è un esempio di come l’integrazione tra competenze può consentire un inquadramento diagnostico d’eccellenza. Ove tali competenze si coniugano con una chirurgia d’avanguardia dedicata al distretto oculare e maxillofacciale ciò può fare la differenza nella vita di un neonato. Preservare la vista nei primi mesi di vita è fondamentale per garantire un corretto sviluppo del sistema visivo e neurologico, e il successo di questo intervento apre nuove prospettive per la gestione di casi così rari e delicati”.

“La gestione anestesiologica di un neonato così piccolo – sottolinea il dott. Milo Vason, responsabile dell’unità operativa di Gestione anestesiologica delle chirurgie specialistiche afferente all’unità operativa di Anestesia e Rianimazione – per di più affetto da una grave cardiopatia congenita, ha rappresentato una sfida estremamente complessa. E’ stato necessario un monitoraggio avanzato e un approccio altamente personalizzato per garantire la massima sicurezza durante tutto l’intervento”.

PROSPETTIVE PER IL FUTURO. Il piccolo paziente è ora in fase di recupero, con un attento monitoraggio clinico per garantire un corretto sviluppo delle strutture oculari e periorbitali. Grazie alla tempestività dell’intervento il bambino potrà crescere con un pieno sviluppo delle strutture facciali coinvolte; l’aver preservato l’occhio ed il nervo ottico dà ora spazio ad una riabilitazione intensiva e specializzata delle funzioni visive e fa sperare in una buona prognosi visiva e neurologica.

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