di Daniele Vecchi
“All’improvviso uno sconosciuto” era innanzitutto il titolo di un bel film thriller del 1987 interpretato da Diane Lane e Michael Woods, ma soprattutto, per gli appassionati di calcio, era il titolo di una rubrica della storica trasmissione Mai Dire Gol, in cui la Gialappa’s Band rimarcava tutti gli errori di pronuncia dei giocatori da parte di vari giornalisti televisivi.
Probabilmente “All’improvviso uno sconosciuto” lo hanno pensato ieri anche molti tifosi della Spal, vedendo spuntare sul profilo Instagram di Joe Tacopina (quello dedicato alla Spal) un post, che parlava di comportamenti arbitrali e di calcio italiano.
Quindi:
il 6 aprile 2025 è arrivato un post di Joe Tacopina da presidente della Spal, sul suo profilo personale dedicato alla Spal (@joetacopinaspal, mentre il suo ufficiale, quello professionale, è @joetacopinalaw).
L’ultimo post effettuato dal presidente sul suo profilo biancazzurro risale a 45 settimane fa, un post che nemmeno parlava di Spal ma che parlava della vicenda di Chico Forti.
Per trovare un post che parla di Spal sul suo profilo dedicato alla Spal bisogna risalire a 54 settimane fa, in cui l’avvocato di Brooklyn si era fatto immortalare allo stadio con alcuni partecipanti dal progetto Specialissimi.
54 settimane fa.
Più di un anno fa.
Più di una stagione sportiva intera di silenzio, in cui la carica più importante della Società Polisportiva Ars et Labor, non ha proferito verbo sulla disastrosa stagione che la squadra da lui costruita sta disputando, se non uscire con un comunicato stampa un paio di settimane fa a causa delle affermazioni e dei gesti del suo socio Marcello Follano di fronte alla Curva Ovest dopo la sconfitta contro la Ternana, in cui aveva ribadito la sua volontà di rimanere e tutto il resto della tiritera.
A prescindere dal contenuto in stile Bar Stella del post del presidente, ci si chiede come può essere possibile che la prima figura amministrativa della Spal, di cui è incidentalmente il maggior rappresentante, ritorni ad esprimersi in merito sportivo dopo più di un anno, e su una questione così futile come un rigore non dato, sempre prescindendo dalla dubbia qualità della chiamata arbitrale?
Invece di lamentarsi pubblicamente di un rigore non concesso alla Spal (non sarà né il primo nè l’ultimo), non sarebbe stato più indicato informare la cittadinanza e tutta la città sulla attuale situazione societaria, o sul programma per le prossime stagioni, o fare sentire la carismatica presenza della prima carica societaria ai giocatori, agli staff e all’ambiente, o esprimere a tutti le vicissitudini che lo hanno portato a non trovare 30 secondi nell’arco di 378 giorni anche solo per scrivere semplicemente un “forza Spal”?
Joe Tacopina ha una linea di comunicazione ben chiara per quanto riguarda il suo studio legale, per il quale ha difeso diverse celebrità americane, tra cui il presidente Usa Donald Trump.
Il suo profilo ufficiale @joetacopinalaw è curatissimo e foriero di informazioni dettagliate su qualsiasi tipo di sua attività, una perfetta linea editoriale di contenuti ben presentati, ben curati e ricchi di informazioni e particolari.
Sempre al Bar Stella qualcuno obietterà “e grazie al caspita, con il lavoro di avvocato guadagna milioni, con la Spal li perde, chi glielo fa fare?”.
Ma siccome gli ammalati di Spal vivono di sogni (pochi e utopistici) ma anche di incubi (tanti e estremamente vividi), pare un tantino irrispettoso nel loro confronti essere relegati nel limbo del nulla comunicativo per più di un anno, per poi vedere colui che dovrebbe rappresentarti rompere un silenzio di 54 settimane con un lamento su un calcio di rigore non concesso.
Se il paragone da Bar Stella citato in precedenza fosse anche solo lontanamente azzeccato o vicino alla verità, sarebbe una situazione veramente svilente nei confronti della Spal, ridotta ad essere un misero giocattolino di cui il padrone si è ormai stancato, lasciato a prendere pioggia polvere ruggine e gol in un angolino remoto dell’universo lavorativo e imprenditoriale di colui che, in teoria, dovrebbe esserne il leader, il condottiero, il faro trainante, la faccia, il “patron”, come si diceva una volta.
Tutto ciò che ruota attorno il mondo Spal merita questo? No.
Era il caso di ritornare a comunicare proprio in questa occasione, con questo fare vittimista “degno” dei primattori del calcio italiano? Probabilmente no. Anzi, no.
E comunque il rigore su Rao sembrava proprio esserci.
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