Attualità
6 Aprile 2025
Intervento di Udi Ferrara sui femminicidi

Dove sono gli uomini per bene?

di Redazione | 3 min

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C’è una guerra in atto da molto tempo, di cui nessuno parla, occupati come siamo a parlare delle altre guerre. Ci riferiamo alla guerra degli uomini contro le donne. E’ forse possibile negare che di questo si tratti? Sì, è possibile negarne l’esistenza. La nostra società lo sta facendo in tantissimi modi.

A partire dall’attribuzione della responsabilità agli uomini di altre etnie, fino alla negazione della portata collettiva e della dimensione culturale della violenza maschile sulle donne.

Sì, sarebbe già tanto cominciare a riconoscere che la violenza maschile sulle donne è una pratica che appartiene alla nostra tradizione culturale. Sarebbe utile per capire come muoversi. Fingere che ‘noi italiani le nostre donne non le tocchiamo nemmeno con un dito’, tutto all’opposto, condanna l’analisi e la ricerca delle soluzioni alla irrilevanza.

Ed invece è proprio la convinzione che la violenza sulle donne non ci riguarda a orientare i pensieri di tantissimi di coloro che con la violenza hanno a che fare. Il risultato è che la donna che manifesta palesemente o indirettamente una richiesta d’aiuto deve prima superare il percorso ad ostacoli della credibilità. Sì, ancora oggi la donna che chiede aiuto deve dimostrare di essere sincera e, per farlo, deve essere molto forte perché il viaggio è irto di difficoltà.

Negare l’esistenza di questa guerra significa condannare la società tutta al malessere. Malessere delle donne, innanzitutto, perché, comunque sia, dovranno continuare a guardarsi alle spalle e prendere la direzione più sicura, che significa la direzione in cui non rischiano di incontrare un uomo. Chiediamoci quanto le scelte delle donne – giovani, vecchie, belle, brutte, ricche, povere – siano ancora oggi condizionate dal rischio di incontrare sul proprio cammino un uomo. Pensiamo alla scelta sulla strada da prendere, sul lavoro da cominciare, sul viaggio da fare, sulla serata da passare, sull’ascensore da prendere. Chiediamoci quanto, tutto questo, sia faticoso e frustrante.

Malessere anche degli uomini, però. Perché, evidentemente, dietro tutta questa violenza ci sono disagi e frustrazioni, che nascono, forse, anche dal fatto che nessuno continua, a tutt’oggi, ad insegnare loro ad essere autodeterminati e ad assumersi la responsabilità del proprio progetto di vita. Sì, nessuno insegna agli uomini che se stanno male non è per colpa di una donna, è solo colpa loro.

Noi non sappiamo per quale motivo gli uomini continuino a fare violenza sulle donne e a ucciderle. Sappiamo solo che ciò accade, che tutti gli strumenti finora adottati dalla politica sono inadeguati, che questa pratica non è ancora stata messa adeguatamente a fuoco e che la violenza degli uomini sulle donne non è ancora la priorità assoluta di alcuna agenda politica.

Il movimento delle donne da decenni lavora sulla violenza maschile sulle donne e se oggi siamo qui a parlarne, a usare termini come femminicidio, ad aver elaborato delle pratiche e dei protocolli, è grazie alle donne che ci hanno preceduto, ed al loro lavoro continuiamo ogni giorno a dare seguito.

Le donne che hanno bisogno di aiuto lo trovano principalmente in altre donne. E solo secondariamente – e se sono fortunate – in uomini di buona volontà.

Tuttavia, ogni guerra presuppone l’obiettivo della pace e alla pace si arriva insieme. Per questo, ci rivolgiamo anche agli uomini per bene, a quelli che guardano con orrore e sgomento agli autori di violenza, e ci aspettiamo che prendano anche loro parola pubblica, organizzino manifestazioni di piazza, occupino lo spazio mediatico e della politica. Noi lo facciamo da decenni e continueremo a farlo. Ora, però, è giunto il momento che anche gli uomini facciano la loro parte, perché la violenza maschile sulle donne non è un problema delle donne, ma di tutti.

UDI Ferrara

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