“I dazi applicati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump fanno paura. Nella nostra provincia ancora di più”. Confartigianato Ferrara non gira intorno a un problema di proporzioni globali per cui il centro studi dell’associazione ha elaborato dati che indicano come gli Stati Uniti siano “il terzo principale mercato di riferimento per le esportazioni della provincia di Ferrara”.
Solo le esportazioni in Germania e Francia incidono maggiormente di quella Usa che incide sul nostro territorio per 281 milioni di euro assorbendo l’11% delle esportazioni complessive della provincia generando un “valore pari al 3,19% del valore aggiunto provinciale”.
Il settore maggiormente esposto è quello dei macchinari che esporta il 24% della produzione negli Stati Uniti e incide per il 59% sulle merci che da Ferrara vengono vendute oltreoceano. Un problema che va ad aggiungersi in un settore nel quale il un calo di esportazioni verso gli Stati Uniti è costante da alcuni anni. Nel 2024 Ferrara ha esportato verso gli Usa macchinari e apparecchiature n.c.a. per 165,7 milioni di euro, in calo del 10,7% rispetto al 2023 in linea con il -11,0% medio regionale e in controtendenza rispetto al +3,3% nazionale.
“Facciamo nostre le preoccupazioni espresse a livello regionale dal presidente Davide Servadei e dal segretario Amilcare Renzi – scandiscono il presidente Graziano Gallerani e il segretario Paolo Cirelli -. Le scelte del presidente degli Stati Uniti non ci piacciono e, soprattutto, non ci convincono perché i dazi sono un elemento antistorico che ci porta indietro nel tempo. È ora necessario capire settori, cifre e categorie merceologiche coinvolte dai dazi e la portata di queste misure. Resta il fatto che queste scelte non aiutano lo sviluppo, la coesione e la serenità, oggi più che mai necessari in un contesto di grande incertezza”.
In particolare, aggiungono, “in un contesto già fortemente provato dalle grandi crisi industriali come Berco e Tollok”.
“Il nostro mondo è preoccupato – concludono -, anche perché a livello regionale abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto con gli Stati Uniti – rimarcano – che sono un punto di riferimento per il nostro agroalimentare, per il comparto dell’automotive e per la moda, due settori, tra l’altro, che hanno già problematiche indipendentemente dai dazi e che rischiano di accentuarsi. In un momento come questo siamo convinti che la creatività, la flessibilità del mondo artigiano e della media e piccola impresa emergeranno ancora una volta e i nostri imprenditori non staranno a guardare, ma cercheranno di fronteggiare la situazione con una accentuata sensibilità verso nuovi mercati e nuovi canali di commercializzazione”.
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