Alla scoperta di Ponte e del Po con Officina A_ctuar
Il 3 maggio a Pontelagoscuro spettacoli, giochi, itinerari e mostre in piazza Buozzi per scoprire la storia del vecchio borgo affacciato sulle sponde del Po
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Ci sarà un grande “Concerto di primavera” domenica 4 maggio, alle ore 17, nella cornice della Sala delle Bifore della Delizia di Belriguardo (via Provinciale 274, Voghiera), con la storica e intramontabile Filarmonica di Voghenza
Un viaggio teatrale nell’abisso dell’animo umano, attraverso la leggendaria caccia alla balena bianca. Questo è Moby Dick che approda al Teatro Comunale Abbado di Ferrara dal 2 al 4 maggio
Il 6 maggio al Teatro Nuovo di Ferrara, ore 21, va in scena "Tante belle cose", spettacolo di e con Francesco Cicchella
Mercoledì 30 aprile, il Jazz Club Ferrara celebra la Giornata Internazionale del Jazz con un evento speciale: la consegna del premio intitolato a Emanuele Rossi, inoltre in cartellone per questa occasione Giulia Barba con il progetto La Grazia dell’Informe
Vigarano Mainarda. Prosegue l’intensa primavera musicale programmata dal Gruppo dei 10, con il secondo dei tre venerdì consecutivi, fatti di concerti e buon cibo. Il grande successo della Cantafiorista, Rosalba Piccinni, esibitasi la scorsa settimana, ha contribuito a creare il clima per l’appuntamento di questo venerdì, 4 aprile, quando una formazione composta da veri numeri uno della musica jazz si esibirà sulla scia della propria missione: omaggiare il grande McCoy Tyner, scomparso nel 2020. Il concerto si terrà come sempre allo Spirito di Vigarano Mainarda.
Virtuosismi, creatività, passione. Sul palco del locale salirà il Tynerly Quintet, gruppo di assoluta qualità, che con questo nome ha pubblicato nel 2024 un disco di intensità incredibile, in grado di trasmettere un sentimento di riconoscenza per McCoy Tyner, primo riferimento musicale di molti degli artisti del quintetto. I loro nomi parlano da soli: Cecile Delzalt al violino, Piero Odorici al sax tenore, Luigi Bonafede al pianoforte, Marco Micheli al contrabbasso ed Enzo Zirilli alla batteria.
In particolare, sono proprio Bonafede e Zirilli ad avere fornito l’impulso per celebrare uno dei loro massimi ispiratori, trovando in Marco Micheli la giusta spalla e nel sax dell’eclettico Piero Odorici e nel violino della pluri-premiata Cecine Delzalt quei “liberi battitori” in grado di rendere la performance ancora più viva.
Perché omaggiare McCoy Tyner significa soprattutto questo: accettare il peso di una responsabilità musicale altissima. Ancora più alta, da quando è scomparso, dopo una lunga vita trascorsa ad esplorare tutte le vie possibili del jazz. Pianista e compositore, nato nel 1938 a Filadelfia, dove ora riposa, Alfred McCoy Tyner ha iniziato a studiare il pianoforte quando ancora non era adolescente, sotto insistenza della madre. Gli esordi della sua carriera risalgono al 1959, con il Jazztet co-fondato da Benny Golson e Art Farmer, ma il vero momento di svolta è dell’anno successivo, entrando nel quartetto di John Coltrane, con Elvin Jones alla batteria e Jimmy Garrison al contrabbasso. Da quei primi anni Sessanta in poi, Tyner avrebbe partecipato ad alcuni dei più importanti dischi della storia della musica afroamericana, guidando allo stesso tempo diverse formazioni strumentali. Nella sua discografia ricordiamo Inception (1962), S
LA PRESENTAZIONE DEL TYNERLY QUINTET
I componenti di questa formazione hanno in comune tanti concerti registrazioni e collaborazioni importanti oltre ad un profondo amore e rispetto per il jazz e la musica in generale. Il primo obbiettivo del gruppo è, al di là dell’impareggiabile ruolo che Tyner ha avuto nel Quartetto di Coltrane, mettere in evidenza la sua forte personalità di Leader Pianista Compositore Arrangiatore e l’impronta che ha lasciato collocandolo tra i protagonisti della storia del jazz. Il secondo obbiettivo, grazie alla scelta mirata di alcune tra le sue composizioni più rappresentative ma filtrate inevitabilmente dalle rispettive e differenti personalità provenienze ed esperienze artistiche dei musicisti del quintetto Tynerly, di creare una tensione emotiva tale da coinvolgere qualunque tipo di spettatore sfatando il luogo comune che il jazz sia una musica per ‘pochi’ e lasciando il ruolo di protagonista alla musica e non ai musicisti.
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