Aveva minacciato di morte l’ex compagna convivente, arrivando anche a spegnerle – durante un litigio – una sigaretta sulla faccia. A lui, 51enne ferrarese, il tribunale di Ferrara ha inflitto una condanna a due anni e due mesi per maltrattamenti in famiglia ai danni di una donna di 54 anni, che – secondo l’accusa – aveva preso a botte, costringendola a vivere una quotidianità di umiliazioni e asservimenti che l’avevano portata a perdere ogni dignità personale, distrutta da un clima irrespirabile che ne aveva reso intollerabile la loro convivenza familiare.
La sentenza di primo grado è stata pronunciata dal giudice Giuseppe Palasciano nella mattinata di ieri (lunedì 31 marzo) dopo che – nella precedente udienza – la Procura aveva chiesto la condanna a tre anni e due mesi.
Gli episodi – inquadrati tra il giugno 2021 e il 2 maggio 2022 – erano consistiti, come si diceva, non solo in minacce nei confronti della donna – a cui avrebbe detto “ti ammazzo e ti seppellisco in giardino” – e di suo figlio, ma anche in pesanti offese e in vere e proprie aggressioni fisiche.
La prima risale a Natale 2021 quando, secondo l’impianto accusatorio ricostruito dagli uffici di via Mentessi, dopo essere stata picchiata pesantemente dal compagno, tanto da non riuscire ad andare al lavoro, per paura di eventuali ripercussioni da parte dell’uomo, la donna era stata addirittura costretta a ‘mentire‘ al proprio medico di base, a cui per telefono chiese il certificato medico per tre giorni di malattia, dicendogli di essere alle prese con uno stato influenzale.
Qualche settimana più tardi invece, il 15 gennaio 2022, l’uomo aveva aggredito la donna fuori dalla loro abitazione, inizialmente tirandola per i capelli e poi facendola cadere a terra sulla ghiaia, mentre a marzo 2022 – in preda ai fumi dell’alcool – l’odierno imputato aveva provato a ripetere quanto aveva fatto un paio di mesi prima, dapprima offendendo e minacciando la donna e poi provando a picchiarla senza però riuscirci, grazie all’intervento provvidenziale di due amici di famiglia che lo bloccarono.
L’ultimo episodio, forse quello più atroce, è datato 2 maggio 2022, quando la donna si rivolse al cognato nel tentativo di recuperare il rapporto familiare. Il compagno però l’aveva rimproverata per quella sua iniziativa e poi dalle parole era passato ai fatti. Prima l’aveva trascinata per i capelli fino a farla cadere a terra, poi l’aveva riempita di calci nella schiena, di pugni in testa e in faccia, oltre che sulle spalle e sulle braccia, arrivando a bloccarla sulla porta di casa. Poi, non contento, le aveva schiacciato la nuca contro il muro e le aveva spento la sigaretta sulla guancia destra, scaricandole nuovamente addosso tutta la sua rabbia ingiustificata con una serie di spinte, pugni e calci nella schiena, incurante delle richieste di aiuto di lei, che stava cercando di salire in auto per fuggire.
Su questa circostanza, sentito nella scorsa udienza, l’uomo – rispondendo a specifica domanda – aveva confermato sì di aver fatto cadere a terra la donna, negando però l’episodio della sigaretta che, secondo lui, in quel momento, la 54enne aveva in mano e nel cadere si sarebbe spenta addosso da sola.
Dopo quella folle aggressione, che le costò quindici giorni di prognosi, la donna – assistita dall’avvocato Sara Bruno – prese coraggio e decise di denunciare tutto ai carabinieri, da cui partirono le indagini fino al rinvio a giudizio e alla condanna per maltrattamenti, le cui motivazioni saranno rese note entro novanta giorni.
“Sono contenta per la mia assistita – afferma fuori dall’aula l’avvocato Sara Bruno, legale di parte civile – perché, fino in ultimo, come succede in questi casi, chi è vittima ha sempre la sensazione di non essere creduta o compresa a pieno. Oggi il sentimento dopo questa sentenza non vuole essere quello di rivalsa verso chi era finito a processo, ma di soddisfazione perché la mia cliente è stata ritenuta credibile dal tribunale, che ha condannato l’uomo anche al pagamento di una provvisionale”.
Contestualmente, insieme ad altri due amici, un uomo di 44 anni e una donna di 41 anni, il 51enne è a processo davanti al giudice di pace per minacce sempre verso la donna. Una volta venuto a conoscenza della denuncia nei suoi confronti infatti, con i due e una terza persona mai identificata, l’uomo si sarebbe presentato davanti al cancello dell’abitazione di lei e, con il resto del gruppo, avrebbe iniziato a minacciarla. “Vieni fuori che ti ammazziamo, vuoi mandare il nostro amico in galera? Scendi giù che ti sistemiamo” le avrebbero detto in quella circostanza.
Per questo fatto, invece, il processo tornerà in aula il 18 settembre.
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