Occupazione femminile e welfare. Sono le sfide per il futuro su cui Daniele Bertarelli, vicepresidente di Legacoop Estense e presidente della cooperativa Cidas, è intervenuto ieri (venerdì 28 marzo) all’assemblea annuale di Legacoop Estense a Modena, a partire dal ruolo delle donne in Italia.
“In Italia, le donne non hanno la libertà di scegliere se lavorare o meno, non tutte almeno. Ci sono 1.300.000 donne che vorrebbero lavorare ma non possono per vincoli familiari, per la mancanza di servizi adeguati, per il loro ruolo di caregiver informali. Inoltre, in una famiglia in cui lavorano entrambi i coniugi, il divario retributivo tra uomo e donna – mediamente tra il 15% e il 20% – porta spesso le donne a sacrificarsi” ha sottolineato Bertarelli durante il proprio intervento.
Il presidente di Cidas ha poi evidenziato la necessità di politiche mirate a supportare l’occupazione femminile, “attualmente ferma al 55%, ben al di sotto del 70% maschile e con un gap del 17-18% rispetto alla media europea”. “Non possiamo confrontarci con i Paesi più evoluti del nostro continente se non superiamo questo retaggio culturale. Le donne studiano di più e possiedono livelli di competenza elevati, eppure lavorano meno. Questa è una gap che dobbiamo risolvere attraverso politiche di sostegno, fiscali e culturali”.
Nel settore della cooperazione sociale, Bertarelli ha però rilevato una maggiore equità rispetto alla media italiana: “Le nostre donne guadagnano quanto gli uomini, lavorano molto e hanno contribuito a sostenere il welfare nel periodo post-pandemico. Per questo le ringraziamo”.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la gestione delle persone straniere in Italia. “Attualmente ospitiamo circa 150.000 rifugiati, di cui 30.000 inseriti nei progetti Sai, gestiti dai comuni con maggiore qualità, e oltre 120.000 in progetti emergenziali. Dobbiamo investire meglio e superare la retorica del consenso”.
Per Bertarelli, è necessario uscire dalla logica dell’emergenza e potenziare i progetti Sai, che offrono un’integrazione più strutturata e qualificata. “Occorre creare una rete che si colleghi con le imprese, professionalizzare il sistema di accoglienza e accreditarlo presso gli enti preposti. Serve un approccio che abbandoni la fase volontaristica per entrare in una dimensione di competenza. Solo così sarà possibile rispondere alla carenza di figure professionali che oggi caratterizza diversi settori lavorativi”.
Passando al tema del welfare, Bertarelli ha successivamente evidenziato un problema di finanziamento del settore. “Dal 2018 al 2023, la spesa per l’assistenza a lungo termine è scesa dall’1,25% all’1,23% del Pil. In Italia abbiamo circa 4 milioni di non autosufficienti, ma solo un terzo accede ai servizi. Siamo tra i Paesi europei che spendono meno in questo ambito”.
Nonostante alcune Regioni, come l’Emilia-Romagna, si distinguano per politiche di welfare più avanzate, le cooperative sociali hanno subito un duro colpo a causa della crisi pandemica ed energetica. “Il livello di civiltà di un Paese si misura anche dal suo welfare“, afferma Bertarelli, ringraziando la Regione per gli sforzi compiuti, ma sottolineando la necessità di maggiori risorse a livello nazionale.
Il presidente di Cidas ha richiamato infine l’articolo 53 della Costituzione italiana, che sancisce il principio della proporzionalità fiscale: “Negli ultimi dieci anni, in Italia sono stati evasi quasi mille miliardi di euro. Questo Paese non può più accettarlo”.
“Quindi un sistema di welfare – ha concluso Daniele Bertarelli – che in Emilia-Romagna va un po’ meglio, nel nostro paese va un po’ peggio, mancano risorse e queste risorse, a mio avviso, devono essere trovate con quello che dice la nostra Costituzione. Perché chi allora faceva questi ragionamenti, così come quelli che nel 1941 decisero di fare un manifesto (Ventotene, ndr) su cui si sta discutendo, forse avevano anche la vista lunga e forse gli dovremmo dare maggiormente retta.”
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