Indiscusso
27 Marzo 2025

In fondo a destra

di Marzia Marchi | 2 min

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L’assessore timoroso

Intervengo per sottolineare per l’ennesima volta (e lo farò fino a che sarò consigliera) che quando si illustra un bilancio, ovvero una serie di numeri che riguardano  i soldi pubblici, sia per chiarezza di esposizione che per trasparenza politica, data la potente digitalizzazione vantata dall’amministrazione comunale, saggio sarebbe proiettare il documento alla pagina di cui si discute e magari, perché no qualche tabella riassuntiva con grafici riepilogativi di quanto si va raccontando

La sicurezza non si impone per legge, si costruisce

C’è uno strano rapporto che lega gli eletti e gli elettori di destra: si chiama paura. Gli eletti hanno paura di non riuscire a convincere i propri elettori della bontà delle proprie leggi e impongono ogni due per tre la fiducia nel voto al Parlamento e gli elettori di destra sono così imbottiti di paure da credersi perseguitati

Non voto a perdere

Sentire dalla bocca di un Ministro della “Repubblica democratica fondata sul lavoro” - art.1 della Costituzione su cui ha giurato - l’invito esplicito a disertare il voto referendario è la cifra distintiva di coloro che approfittano della democrazia

Rifiutiamoci!

Rifiutiamoci di dimenticare che il rifiuto che produciamo non ci torni prima o poi nel piatto, nel bicchiere e nei polmoni.

Il trumpismo che è in noi

La striscia di Gaza ricostruita come un meraviglioso resort sul mare per americani ricchi e i palestinesi  dispersi tra vari paesi arabi. Una Nakba o una Shoah, ovvero una catastrofe, una tempesta devastante se andiamo direttamente alla traduzione dei due termini...

Bibbia e moschetto una volta, Bibbia e drone oggi, il resto non cambia!

L’inno di Mameli in versione originaria come materia di insegnamento obbligatoria nelle scuole: siamo pronti alla morte l’Italia chiamò! E tra un po’ chiamerà davvero ragazze e ragazzi che non avete conosciuto la Leva ma finirete direttamente in guerra, perché “la preparazione militare ha un ruolo preventivo fondamentale” pontifica un consigliere comunale in età da pensione, il quale aggiunge :“Non va inoltre scordato come in un’epoca di crescenti tensioni internazionali, una retorica esclusivamente pacifista rischia di essere percepita come idealistica e poco realistica”.

Cioè parlare di pace è retorico perché il mondo si sta indirizzando verso la guerra e tanto vale essere pronti, come suggerisce la gaia commissaria europea Hadja Lahbib mentre estrae da una borsetta che neanche Eta Beta.. il kit di sopravvivenza!

A che serve studiare la Costituzione, insieme alla Bibbia, se poi l’art.11 della Costituzione, quello che dopo la Seconda Guerra Mondiale si premurò di sancire che l’Italia ripudia la guerra, viene usato come carta igienica! Noi solo in missione ONU – cerca di ammansire la nostra Premier di fronte alle richieste dell’asse Parigi – Berlino – Londra che vuole truppe pronte a combattere in Ucraina – e solo in missione di peacekeeping.

Un peacekeeping di cui Zelensky per esempio, non sa che farsene se i soldati non saranno pronti a combattere ed ecco che a scuola si prepara il nuovo esercito di fieri italiani pronti alla morte, solo dalla parte prestabilita sia ben chiaro. Perché di manutentori della pace, seppur in tenuta militare, a Gaza per esempio, dove si muore di brutto solo per il fatto di esserci nati, nessuno ne parla!

Ci sono luoghi dove fare la guerra per fare la pace sembra l’ideale e altri in cui va bene la guerra senza nessuna speranza di pace. Sono i valori nazionali di quell’Occidente che a scuola deve studiare soltanto la propria storia: esplorarsi per bene il proprio ombelico come fosse davvero l’Ombelico del Mondo.

La politica nazionale? Sì è in fondo a destra!

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