Il terzo concerto della rassegna Fe’ Antica si terrà Sabato 29 marzo alle 16.30 nella grande Sala della Pinacoteca a Palazzo Diamanti e avrà come protagonisti il Concentus Musicus Fe’ Antica del Conservatorio Frescobaldi: soprano Anna Giulia Simioni, mezzosoprano Margherita Scaramuzzino, flauto dolce Luca Scarpa, violino I Daniela Nuzzoli, violino II Roberta Scabbia, clavicembalo Angelo Leonardo Pastorini, violoncello Perikli Pite.
Il concerto celebra uno dei massimi protagonisti del Barocco italiano, figura cardine nello sviluppo della scuola napoletana. Scarlatti (1660-1725) fu un innovatore del linguaggio musicale della sua epoca sia in ambito operistico che cameristico, arricchendo la scrittura vocale e strumentale con soluzioni espressive di grande raffinatezza. La sua influenza si estese ben oltre i confini del Regno di Napoli, gettando le basi per l’opera seria del Settecento e per i lavori di altri grandi compositori come Vivaldi e Pergolesi.
Il programma si apre con la Sinfonia dalla cantata “Bella madre dei fiori”, una pagina che fonde cantabilità melodica e brillantezza strumentale, tipica delle introduzioni alle sue cantate da camera. I temi pastorali, spesso presenti nelle sue composizioni, si riflettono in questa sinfonia, evocando atmosfere arcadiche che esaltano la bellezza della natura come simbolo di purezza e armonia.
Segue il Concerto IX in la minore per flauto, due violini e continuo, una testimonianza dell’evoluzione della sinfonia barocca verso forme più articolate che sembrano anticipare il concerto solistico del Settecento. La scrittura per tastiera del compositore trova invece piena espressione nella Toccata VII in la minore, parte del prezioso manoscritto Napoli 9478, dove si intrecciano virtuosismo e invenzione armonica, rivelando l’influenza della tradizione tastieristica napoletana.
L’intensità drammatica emerge nella Sinfonia dall’oratorio “La Concettione della Beata Vergine”, un preludio orchestrale che introduce un’opera sacra di grande impatto emotivo, dedicata alla Vergine Maria. In questa composizione, Scarlatti sviluppa un linguaggio musicale che alterna solennità e fervore spirituale, sottolineando la sua abilità nel trasporre in musica la propria devozione.
Segue la Sinfonia dalla cantata “Bella dama di nome santa”, che si distingue per la delicatezza timbrica del flauto e il dialogo elegante con gli archi. Anche in questa cantata ritroviamo elementi pastorali e allegorici, dove la musica conduce l’ascoltatore in un mondo ideale di grazia e perfezione.
Il programma si conclude con la Serenata “Venere e Amore”, un raffinato esempio della teatralità Scarlatti, pur appartenendo anch’essa al genere della musica da camera come i brani precedenti. In questa composizione per due voci, flauto, due violini e continuo, il compositore dà vita a un affascinante intreccio tra personaggi mitologici, sfruttando contrasti timbrici e vivaci figurazioni strumentali per evocare il gioco amoroso tra gli dei Venere e Amore e la coppia di sposi a cui la composizione era stata dedicata.
Questo concerto rappresenta un viaggio attraverso le molteplici sfaccettature dello stile di Scarlatti, un compositore che, con la sua straordinaria sensibilità e innovazione, ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica.
Per informazioni sugli eventi del Conservatorio consultare il sito www.consfe.it
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