Argenta
27 Marzo 2025
Ordinanza del sindaco per le vie del Catino ad Argenta, nel tratto compreso tra via Cardinala e sino al confine col Bolognese, e anche in via Argentana, che va da via Imperiale sino alla strada Lungo Reno, nella frazione di Traghetto

Stop al traffico pesante nelle strade colabrodo di Argenta

di Redazione | 2 min

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Massimiliano Latorre, il fuciliere di Marina coinvolto nel 2012, insieme al collega Salvatore Girone, nella tragica vicenda della nave mercantile italiana "Enrica Lexie", ha partecipato giovedì scorso alla cerimonia di gemellaggio tra il Circolo Acli Tango Cash di San Biagio di Argenta e la Scuderia Amici e Tifosi Ferrari Red Passion di Lugo

Argenta. Stop al traffico pesante. Con un’ordinanza il sindaco Andrea Baldini ha disposto il divieto di transito di autocarri con peso superiore a 3,50 tonnellate.

Il provvedimento interessa le vie del Catino ad Argenta, nel tratto compreso tra via Cardinala e sino al confine col Bolognese, e anche in via Argentana, che va da via Imperiale sino alla strada Lungo Reno, nella frazione di Traghetto. Sono esclusi i residenti, le operazioni di carico e scarico merci, i mezzi di soccorso ed emergenza.

Nella fattispecie si tratta di strade colabrodo, soggette di recente a intervento di tamponatura delle buche che costellano l’asfalto, ma che ha dato scarsi risultati. Soprattutto a causa delle piogge, responsabili anche di avvallamenti, smottamenti, cedimenti della banchina. Una condizione pessima, pietosa insomma.

Particolarmente attenzionata la via del Catino, che corre a fianco dell’argine del Fiume Reno, verso Marmorta di Molinella. È un percorso divenuto pericoloso, gravemente ammalorato, dissestato, sulla carreggiata sinistra, venendo da Argenta. “Al comune di Molinella – chiosa in sostanza il primo cittadino di Argenta – che è proprietario della strada, abbiamo chiesto, al di là di un intervento prioritario, radicale, che migliori e renda accettabile lo stato delle cose, l’istituzione di un senso unico. Ma Molinella non ha condiviso”. Insomma, ha detto “no”. Mentre ha invece accolto la proposta di interdire il passaggio ai mezzi pesanti.

La zona è dunque ancora alle prese coi disastri causati dalle alluvioni. E di conseguenza con una precaria viabilità che ne paga le conseguenze, legate anche alle lungaggini cagionate nella ricostruzione del ponte sul fiume Idice. Nel contempo gli abitanti della vicina Campotto, e gli automobilisti, sono costretti ad allungare i percorsi di 30 chilometri. Si lamentano e si leccano le ferite. Così come molte attività, agricole, di ristorazione, turistiche, il parco della Pieve di San Giorgio, il Museo delle Valli sommersi da acqua e fango che hanno deteriorato non solo i muri, ma anche allestimenti, mostre, collezioni, dotazioni. E che per questo saranno di nuovo accessibili tra un bel po’ di tempo, nonostante l’apertura di un ufficio relazioni col pubblico e agevolazioni fiscali.

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