Ultimo giorno di Gaza
L’Europa è anche Gaza. E Gaza è anche Europa. Non serve avere una stessa bandiera per riconoscersi tra essere umani
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Il temporale del 15 marzo ha lasciato il segno in via Canalazzi a Baura con “allagamenti delle abitazioni” che hanno reso necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco e della Polizia Locale. A raccontarlo è la pagina Baura e dintorni nella quale si parla di “residenti esasperati” che “denunciano la mala gestione delle risorse pubbliche (destinate allo scolo delle acque meteoriche)”. “Spesso – aggiungono polemicamente – vengono destinate per sponsorizzare eventi culturali e sportivi anziché per garantire sicurezza idraulica del territorio”.
“Purtroppo – fanno sapere -, non è la prima volta che si verificano allagamenti a Baura: situazioni critiche si sono già registrate anche in via Pomposa l’anno scorso, nei pressi di un vivaio. La causa principale sembra essere la scarsa manutenzione di fossi e canali di scolo, con conseguenze sempre più gravi per chi vive in queste zone”.
“È indispensabile – concludono – un intervento tempestivo da parte dell’Amministrazione Comunale per individuare le responsabilità e adottare soluzioni concrete, prevenendo ulteriori disagi per la cittadinanza”.
Sul posto, stando alle immagini pubblicate dai residenti, si sono recati anche Vigili del Fuoco e Polizia Locale mentre il Consorzio di Bonifica commenta cercando “di fare chiarezza”, soprattutto rispetto ad alcuni commenti apparsi sotto il post.
Si concentrano “sul tema della mancata pulizia dei fossi e delle scoline private, che in alcuni casi ha purtroppo determinato allagamenti puntuali e disagi per alcuni cittadini”. “Lo facciamo – dicono – non per polemica, ma per portare un contributo informativo, senza dare per scontato che tutti conoscano la ripartizione delle competenze nel governo dell’acqua, che è molto complicata nel nostro Paese”.
Il Consorzio spiega di non avere “alcuna competenza sulla manutenzione e sulla pulizia di fossi e scoline privati, siano essi in aperta campagna o di fianco alle strade. Così come non ha competenza sulle reti urbane di scolo (tombini, fognature)”.
Al contrario “è competente sui canali di bonifica (reticolo secondario) e sugli impianti idrovori e deve garantire che le proprie infrastrutture siano efficienti e funzionino al meglio, sia in tempi ordinari che durante le emergenze”.
“Proprio durante le emergenze idrauliche – spiega -, come quelle della scorsa settimana, il Consorzio è reperibile H24 e mobilita un gran numero di mezzi e personale, impegnati sul campo per attività operative indispensabili in caso di precipitazioni intense: pulizia delle griglie, sorveglianza sul funzionamento degli impianti, operazioni sulle paratoie e impianti, etc… Un eventuale intervento di personale e mezzi del Consorzio su fossi e scoline private non è possibile sia per ragioni di natura tecnica e assicurativa (sarebbe un intervento “in casa d’altri”), sia per ragioni di natura economica e giuridica: il contributo di bonifica che tutti i proprietari pagano sarebbe utilizzato impropriamente e non a beneficio delle infrastrutture e delle funzioni per cui è previsto, con le possibili conseguenze (legali, erariali) che ciò comporterebbe”.
“Spesso – proseguono – il personale del Consorzio, in occasione delle emergenze metereologiche, è fisicamente operativo e presente con i mezzi in modo piuttosto capillare sul territorio e quindi comprendiamo che le persone pensino sia il soggetto sempre deputato ad intervenire, ma non è così. Anche se le nostre squadre sono sempre disponibili per sopralluoghi, se è appurata la natura privata della problematica invitano a rivolgersi ai soggetti giusti per un supporto in fase emergenziale, come Protezione Civile e/o Vigili del Fuoco, per dedicarsi immediatamente alle operazioni di competenza, che sono numerosissime, soprattutto in questi momenti”.
Infine riassumono: “I nostri tecnici non potevano intervenire in questa situazione, né sulla manutenzione dei fossi interessati; hanno comunque effettuato più sopralluoghi, indicando ai soggetti deputati dove scaricare l’acqua perché raggiungesse la rete consortile; si sono fermati “giusto due minuti” poiché l’allerta era massima, le situazioni da attenzionare molteplici quindi semplicemente hanno continuato a fare il loro lavoro; nessun cambio di normativa è intervenuto da gennaio, e smentiamo categoricamente che tecnici del nostro ente abbiano dato una notizia (falsa) simile”.
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