Politica
21 Marzo 2025
La consigliera pentastellata propone una mozione che sarà discussa durante il prossimo consiglio comunale che si terrà lunedì 24 marzo

Marchi al sindaco: “Fare pressioni sul Governo affinché riconosca lo Stato di Palestina”

di Redazione | 2 min

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Il prossimo consiglio comunale (24 marzo) sarà occasione per uscire dai confini ferraresi e anche da quelli statali grazie alla mozione “per il riconoscimento dello Stato di Palestina e per la convivenza di due Stati con due popoli” della consigliera del Movimento 5 Stelle Marzia Marchi.

La consigliera chiede al sindaco di attivarsi presso il governo “affinché l’Italia riconosca ufficialmente lo Stato di Palestina, in coerenza con le risoluzioni delle Nazioni Unite” e “affinché l’Italia faccia pressione per un divieto internazionale sulla vendita di armi a tutti i gruppi armati coinvolti nel conflitto, compreso Hamas, e per il rilascio degli ostaggi e di tutti i prigionieri detenuti illegalmente”.

Chiede infine di “diffondere il contenuto di questa mozione presso la cittadinanza di Ferrara e promuovere iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del riconoscimento dello Stato di Palestina, sulla situazione del popolo palestinese, sulla necessità di una pacifica convivenza tra israeliani e palestinesi in piena sicurezza e libertà”.

“L’invito al riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del Comune di Ferrara – spiega Marchi – rappresenterebbe un gesto simbolico di grande importanza e concreta solidarietà verso il popolo palestinese”.

La consigliera ricorda che il riconoscimento è già arrivato da diversi stati membri dell’Unione Europea e che “il conflitto tra Israele e Palestina può essere risolto solo con la soluzione dei due Stati, negoziata attraverso il dettami del diritto internazionale”.

Marchi ricorda le condanne della Corte Penale Internazionale rivolte al primo ministro Netanyahu e all’ex ministro della difesa Gallant e sottolinea la necessità di “separare gli atti terroristici dalla responsabilità della popolazione civile inerme, dentro la Striscia di Gaza e in Cisgiordania”.

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