Economia e Lavoro
20 Marzo 2025
Fornitura d’acqua in orario notturno per consentire alle aziende agricole di proteggere le colture dalle gelate. Interessati soprattutto melo, pero, ciliegio susino e mandorlo

Il Consorzio al lavoro per garantire il funzionamento degli impianti antibrina

di Redazione | 3 min

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Impegno straordinario degli operatori del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara per garantire acqua in maniera costante agli impianti antibrina attivati dalle aziende agricole del territorio.

Nei giorni scorsi, infatti, c’è stato un forte sbalzo termico notturno e le temperature sono scese in alcuni areali sotto lo zero, mettendo a rischio le colture frutticole in fase di iniziale fioritura. Le temperature miti di inizio marzo, infatti, hanno anticipato questa fase vegetativa molto delicata e le gemme hanno rischiato di venire fortemente danneggiate dal gelo.

“Gli impianti antibrina – spiega il presidente Stefano Calderoni – irrorano d’acqua le gemme e l’acqua, a contatto con le basse temperature, forma una patina di ghiaccio che trattiene il calore e le protegge dalla gelata. Questo è possibile solo se la risorsa idrica è a disposizione: considerando che la stagione irrigua non è ancora iniziata e i canali non sono stati ancora stati invasati, il nostro personale ha dovuto attivare un sistema di fornitura d’acqua straordinario in orario notturno e monitorare costantemente arrivasse alle aziende che avevano fatto richiesta di questa irrigazione supplementare antibrina. Occorre poi considerare che per questo tipo di fornitura servono volumi d’acqua necessari sono elevati perché l’irrigazione antibrina non viene fatta a settori come quella abituale, ma su tutto l’appezzamento e una volta avviata non può essere interrotta perché altrimenti diventa inefficace”.

Calderoni prosegue: “Attualmente il nostro servizio ha riguardato 60 ettari di colture investite a melo, pero, ciliegio, susino e mandorlo. Le previsioni però annunciano temperature sotto lo zero, pertanto è altamente probabile che per le stesse colture si riattivi il servizio. I 60 ettari sono solo una parte dei campi per i quali si è sentita la necessità di avere l’irrigazione antibrina: nel 2025 il servizio è stato richiesto da 68 aziende per un totale di 722 ettari, sempre in aumento negli ultimi anni. L’impegno del Consorzio in questo frangente è chiaramente dovuto, perché il nostro compito è la gestione più efficace dell’acqua e degli impiantì non solo durante la stagione irrigua, ma tutto l’anno, soprattutto per sostenere il più possibile la produttività delle colture irrigue che ricordo generano il 41% del Pil agricolo. Oltre alla produttività occorre salvaguardare, inoltre, le filiere agroalimentari perché generano un indotto importante per il territorio e creano occupazione”.

“Sicuramente – conclude – una grande risorsa sono le persone che lavorano per il Consorzio, sempre attive e reperibili, dei veri e propri “custodi” della nostra agricoltura. Ed è questo termine un filo diretto proprio con i nostri agricoltori, perché anche loro sono spesso definiti “custodi della terra” e indica che il nostro sistema agricolo va protetto e tutelato doppiamente e in sinergia, soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici. D’altra parte, la produttività del settore e la sua capacità di produrre cibo non è una questione che riguarda solo l’agricoltura, ma tutti i cittadini che vogliono continuare a portare in tavola prodotti sani, di qualità e sicuri”.

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