Il gup Andrea Migliorelli ha disposto il rinvio a giudizio per tre dei cinque imputati accusati di aver trattato come una schiava una 34enne di nazionalità pakistana.
Per gli altri due, il marito (38enne) e la suocera di lei (63enne), è stato chiesto il non luogo a procedere in quanto irreperibili ma su di loro graveranno le ricerche fino al 2065 e se saranno rintracciati saranno portati davanti a un giudice.
A essere reperibili sono invece il suocero (76enne) e due cognati di 34 e 35 anni che avrebbero concorso ai soprusi trattandola come una schiava e facendola dormire in uno sgabuzzino. Inoltre, se a loro dire sbagliava qualcosa, l’avrebbero costretta a chiedere scusa in ginocchio. La donna, fortunatamente senza riuscirci, avrebbe anche tentato di togliersi la vita.
Dopo anni di presunti soprusi la vittima si è rivolta al Centro Donna e Giusitizia che l’ha presa in carica e alloggiata in una struttura protetta. Nel gennaio del 2023 la donna, assistita dall’avvocata Sara Bruno, ha sporto denuncia. Sono così partite le indagini che hanno portato all’attuale procedimento.
Prima di arrivare alla denuncia la 34enne avrebbe vissuto tredici anni di soprusi in cui, dopo aver avuto una prima figlia, è stata costretta a una seconda gravidanza, nonostante il medico la sconsigliasse, perché il marito avrebbe voluto un figlio maschio.
Una vita terribile se le accuse verranno confermate. Una vita in cui era costretta a svolgere le faccende domestiche per tutti i famigliari del marito e a non vedere i propri. Nel 2016 alla morte del padre non si sarebbe potuta recare nel paese natale per porgergli l’ultimo saluto.
La prossima udienza si terrà il 9 ottobre quando i tre imputati compariranno davanti al tribunale collegiale di Ferrara.
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