Amichevole pre-playout. Tris Triestina sulla Spal
È finita con una sconfitta l'amichevole pre-playout che - nel pomeriggio di sabato 3 maggio - la Spal ha giocato contro la Triestina in un Paolo Mazza a porte chiuse
È finita con una sconfitta l'amichevole pre-playout che - nel pomeriggio di sabato 3 maggio - la Spal ha giocato contro la Triestina in un Paolo Mazza a porte chiuse
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di Daniele Vecchi
“Io sono il presidente”.
What?!
“Io-sono-il-presidente”.
Really?!
Durante uno dei momenti più concitati del post partita di Spal-Ternana (ricordiamo, Spal sconfitta 0 a 3 dalla Ternana, quinta sconfitta consecutiva al Paolo Mazza), quando la Curva Ovest ha chiamato i giocatori, e nello specifico il capitano Mirco Antenucci a parlare con i tifosi sotto la curva, esponenti della società si sono palesati pure loro assieme ai giocatori.
La richiesta dei tifosi era quella di parlare solamente con i giocatori, richiesta accettata da Antenucci, che è partito dal campo verso la balaustra della Ovest per confrontarsi con i tifosi, seguito da tutto il gruppo.
Tra gli esponenti della società che si sono accodati ai giocatori c’era anche Marcello Follano, membro del consiglio d’amministrazione spallino e socio del presidente Tacopina, che ha voluto forzatamente partecipare al dialogo tra i giocatori e i tifosi.
Non siamo (troppo) esperti di linguaggio del corpo, comunicazione non verbale e attitudine al dialogo, ma l’impressione che tutti hanno avuto, vedendo il broker del New Jersey, è stata quella di una presenza non gradita, intrisa, da parte sua, di arroganza, e al limite del provocatorio.
Dopo mesi di silenzio e immobilità, assenza di dichiarazioni e comunicazione, Follano si palesa, non invitato, assieme ai giocatori, con un atteggiamento che è parso di sfida. Perchè? Qual è la strategia comunicativa che comprende una azione di questo tipo? Perchè adesso? Dopo il colpevole vuoto comunicativo totale dei vertici societari di tutti questi mesi?
E qui lo scoop, ripetuto in italiano più e più volte da Follano verso i tifosi: “Io sono il presidente”.
Per quanto la comunicazione societaria sia ormai ridotta all’osso su tematiche di questo tipo, un argomento di tale portata avrebbe potuto e dovuto essere trattato con un minimo di approfondimento, e un comunicato stampa che recitava “Marcello Follano è il nuovo presidente della Spal”, avrebbe potuto uscire. Se fosse veramente così. Ma se non è così, qual è il significato di quella frase?
Probabilmente – è questa la nostra lettura – il rappresentante della Tacollano Holdings voleva solamente legittimare la sua presenza nella discussione esibendo il “distintivo” della presidenza, senza però portare nessun argomento valido o spiegazione esaustiva.
All’ennesimo invito a non partecipare a quella discussione tra i tifosi e i giocatori, concitata ma civile (nonostante i tre gol presi, l’ennesima sconfitta casalinga e l’ennesima tifoseria ospite che ti festeggia in faccia), Follano ha insistito a reiterare la sua presenza, scatenando la definitiva ira dei tifosi, che gli hanno dedicato il coro che tutti hanno sentito.
Il suo “saluto” finale, lo “shaka” pollice e mignolo vibranti, dai molteplici significati, per la verità quasi tutti pacifici, può essere interpretato in tante maniere, non come il dito medio di Joe Tacopina alla Curva Ovest il 13 maggio 2023, il giorno della retrocessione in Serie C, in quello che si pensava essere il punto più basso della sua gestione della Spal.
E qui siamo al vero punto della questione. Perchè, arrivati a questo punto, bisogna sempre interpretare? Perchè non c’è da mesi, per non dire anni, una comunicazione chiara, fluida, continuativa, lineare, da parte della presidenza? Perchè non parlare prima della partita, o dopo la partita, o sempre, spiegando cosa sta succedendo ai vertici della società?
Perchè non vi è una definitiva ammissione di colpa da parte dei vertici della Spal, vale a dire il presidente Joe Tacopina in primis, o anche il “nuovo presidente” Marcello Follano?
Perchè si continua ad avere un atteggiamento di supponenza e di sfida, quando si è responsabili della disfatta di questa gestione? Domande che, come moltissime altre, probabilmente rimarranno senza risposta.
In definitiva, al momento, non possiamo fare altro che augurare un grandissimo in bocca al lupo al presidente, chiunque sia.
Ne ha davvero bisogno.
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