Grande successo di partecipazione e pubblico per la presentazione del volume Tracce di Futuro che si è tenuta sabato 15 marzo presso il cinema Teatro San Benedetto di Ferrara, in occasione dell’anniversario dei 50 Anni della sperimentazione al Liceo Ariosto.
Un’occasione per una biografia collettiva sull’avventura del liceo sperimentale nel contesto scolastico. È andato in scena attraverso la voce di ex docenti ed ex allievi il racconto di un’esperienza vissuta e condivisa.
Nell’Indice dei narratori del volume, edito da Diogene Multimedia, sono infatti elencati ben 114 nomi. L’immagine del labirinto, che compare in copertina, rimanda alle imprese raccontate, audaci nel senso calviniano della “sfida al labirinto”: tentativi di misurarsi con la complessità del mondo, in quel viaggio alla scoperta di sé che è sempre la formazione culturale di ciascuno.
Un viaggio che viene dal passato e va verso un futuro, di cui oggi possiamo intravedere solo tracce, verso cui guardare. Questo libro non è che una tappa. E nell’avventura della riforma scolastica, la sperimentazione ha scommesso su alcune fondamentali parole chiave, sulle quali si sono confrontati i relatori che si sono alternati sul palco, nella presentazione moderata da Rosanna Ansani, ex docente dell’Ariosto, ed Elisa Stefanati, ex allieva, psicoterapeuta e giornalista che hanno illustrato le caratteristiche del volume in un dialogo, in stile teatrale. In quegli anni la sperimentazione ha investito su costruzione del metodo, sul lavoro collegiale, il pensiero critico, il tema dell’accoglienza e dell’integrazione, la scuola aperta, la storicità, la documentazione delle esperienze.
“La scuola che mio padre aveva progettato puntava a scrivere nel cuore e nella mente, come azione coerente di ogni giorno, nello sviluppare il pensiero critico e sostenere la libertà di pensiero” ha sottolineato Riccardo Modestino, figlio del compianto Pasquale Modestino, fondatore della sperimentazione.
É sua la prima testimonianza, che ha aperto ad un appassionato alternarsi di voci sul palco, da parte di chi l’avventura della sperimentazione l’ha vissuta dall’interno.
“Quello che ho letto è molto più importante di quello che ho scritto” nel citare Jorge Louis Borges, il professor Claudio Cazzola ha posto l’accento sull’importanza di partire sempre dalla lettura dei testi.
“Il compito della scuola – ha proseguito la professoressa Lucia Marchetti – è di dare strumenti interpretativi alle nuove generazioni”.
“La sfida della didattica è quello di fornire agli studenti una cassetta di “attrezzi” per la vita – ha fatto eco la professoressa Mara Graziani – la fisica non va raccontata, va fatta vedere, sviluppando competenze trasversali, indagine e sperimentazione attiva.
“Una scuola per tutti insomma, con la comunicazione al centro ed il mondo come orizzonte” ha proseguito la professoressa Daniela Meneguzzi, ricordando il lavoro fatto sul biennio dove le parole chiave erano accoglienza, inclusione.
In una scuola complessa, fondamentale l’organizzazione dell’ambiente scolastico – ha ribadito la professoressa Paola Bertolini – all’Ariosto l’organizzazione non era piramidale, bensì labirintica come nelle litografe di Escher
A cosa servono dunque gli anniversari? “Per parlare di scuola in modo onesto – ha puntualizzato l’ex preside Giancarlo Mori, ideatore e promotore del progetto Tracce di Futuro, nel saluto finale – è necessaria una responsabilità culturale e sociale che investa il mondo della formazione scolastica. Siamo ancora in cerca di riflessioni e consapevolezza, perché il viaggio continuerà il 12 maggio, in un nuovo appuntamento di confronto sul volume appena pubblicato, che si terrà sempre a Ferrara, continuando ad immaginare una scuola che investa sul futuro”.
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