Cento. Il Tribunale di Ferrara, con sentenza n. 271/2025 emessa il 14 marzo 2025 dal Giudice Maria Marta Cristoni, ha dichiarato la nullità di 28 delibere adottate dalla Magistratura e dal Consiglio della Partecipanza Agraria di Cento tra gennaio e marzo 2024. Il provvedimento sancisce inoltre la condanna dell’Ente alla rifusione delle spese legali a favore degli attori della causa. La sentenza ha annullato 25 delibere della Magistratura della Partecipanza Agraria di Cento, adottate da Massimiliano Borghi, Sandro Balboni, Massimo Pirani e Fausto Gallerani, oltre a 3 delibere del Consiglio della Partecipanza, assunte il 26 gennaio 2024 dagli stessi Borghi, Balboni, Pirani e Gallerani, con l’aggiunta di Fabrizio Balboni e Sauro Bregoli.
Le motivazioni dell’annullamento riguardano irregolarità nella convocazione e composizione degli organi decisionali. In particolare, le riunioni sono state presiedute da Massimiliano Borghi, il quale non ricopre legittimamente la carica di presidente, come già stabilito dalla sentenza n. 316/2024. Inoltre, i magistrati Raffaele Gilli e Vasco Fortini, aventi diritto a partecipare, sono stati illegittimamente esclusi dalle adunanze della Magistratura. Lo stesso è accaduto nel Consiglio, dove i consiglieri Renato Borgatti, Bruno Casoni, Pier Lorenzo Folchi, Mirco Gallerani e Valter Balboni, insieme ai magistrati Gilli e Fortini, sono stati esclusi. A ciò si aggiunge il fatto che la composizione del Consiglio è stata ridotta in modo illegittimo da 18 a 10 membri, rendendo invalide le delibere adottate.
Il Tribunale ha inoltre condannato la Partecipanza Agraria di Cento al pagamento delle spese processuali in favore degli attori Corrado Borgatti, Renato Borgatti, Bruno Casoni, Pier Lorenzo Folchi, Mirco Gallerani e Raffaele Gilli, assistiti dagli avvocati Irene Gallerani e Maura Marangoni. Le spese liquidate ammontano a 545 euro per esborsi e 5.261 euro per compensi professionali, oltre a spese accessorie.
I ricorrenti hanno espresso soddisfazione per la decisione del Tribunale, sottolineando come questa confermi ancora una volta l’illegittimità dell’operato di Massimiliano Borghi e del suo gruppo. Secondo i promotori del ricorso, l’Ente e i capisti sarebbero ostaggio di una gestione che continua a produrre costi e danni. “Continueremo a difendere i diritti dei Partecipanti e l’integrità della Partecipanza in ogni sede opportuna,” affermano Borgatti, Casoni, Folchi, Gallerani e Gilli, ribadendo la loro determinazione a tutelare l’interesse collettivo dell’Ente.
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