Terre del Reno
15 Marzo 2025
Imputati erano il legale rappresentante della società agricola a cui appartiene il complesso immobiliare ricostruito, il direttore dei lavori e il costruttore, che era accusato anche di aver falsamente dichiarato di non essersi avvalso di lavoro in subappalto

Tentata truffa post-sisma. Tutti assolti

di Davide Soattin | 2 min

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Terre del Reno. Sono stati tutti assolti i tre imputati finiti a processo con l’accusa di tentata truffa e falso in concorso sui fondi della ricostruzione post-sisma.

La sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste è stata pronunciata – durante la mattinata di venerdì 14 marzo – dal giudice Giovanni Solinas, dopo che – nella precedente udienza – il pm Stefano Longhi aveva chiesto la condanna a due anni per tutti e tre.

Imputati erano il legale rappresentante della società agricola a cui appartiene il complesso immobiliare ricostruito, il direttore dei lavori e il costruttore, che era accusato anche di aver falsamente dichiarato di non essersi avvalso di lavoro in subappalto.

L’inchiesta partì dopo un accertamento da parte di Invitalia i cui tecnici verificarono, nel luglio 2018, che i lavori dichiarati sulla carta per ottenere, tra 2015 e 2018, il pagamento di oltre 440mila euro dalla struttura commissariale, nella realtà non erano tali, essendone stati eseguiti solo il 30% circa.

La stessa struttura, a febbraio 2019, procedette alla revoca dei pagamenti non ancora incassati.

Durante la discussione, le difese dei tre finiti a processo avevano chiesto l’assoluzione per i rispettivi assistiti, mentre la Regione Emilia-Romagna – costituita parte civile nel processo – aveva chiesto la restituzione di non meno di 200mila euro.

Le motivazioni della decisione del tribunale saranno rese note entro i prossimi novanta giorni.

“Siamo estremamente soddisfatti – dicono gli avvocati difensori del legale rappresentante della società agricola Simone Bianchi e Giuliano Onorati – per il risultato raggiunto. Si tratta di una vicenda molto complessa e delicata perché inserita in un momento storico particolare per la nostra città, ossia la ricostruzione post-sisma. Siamo riusciti a dimostrare che il nostro assistito mai, in alcun modo, ha tentato di trarre in inganno la Regione Emilia-Romagna al fine di percepire contributi allo stesso non spettanti, così come sostenuto nella tesi accusatoria”.

Un calvario economico e morale per il nostro assistito – aggiungono -, il quale, nelle more del processo ha dovuto in primis restituire le somme erogate vista la sopravvenuta revoca del beneficio, e in secundis per l’effetto di quanto accaduto ha fatto fronte personalmente al pagamenti di impresa edile e direttore dei lavori. Quindi, nell’attesa di leggere le motivazioni a sostegno della sentenza assolutoria, la vicenda si sposterà necessariamente sul piano civilistico in quanto è intenzione del nostro assistito ottenere quel contributo che gli è stato ingiustificatamente revocato”.

A difendere il direttore dei lavori era invece Riccardo Capacci del foro di Modena mentre Elisa Milan, del foro di Padova, ha difeso l’impresa costruttrice.

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