Terre del Reno. Sono stati tutti assolti i tre imputati finiti a processo con l’accusa di tentata truffa e falso in concorso sui fondi della ricostruzione post-sisma.
La sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste è stata pronunciata – durante la mattinata di venerdì 14 marzo – dal giudice Giovanni Solinas, dopo che – nella precedente udienza – il pm Stefano Longhi aveva chiesto la condanna a due anni per tutti e tre.
Imputati erano il legale rappresentante della società agricola a cui appartiene il complesso immobiliare ricostruito, il direttore dei lavori e il costruttore, che era accusato anche di aver falsamente dichiarato di non essersi avvalso di lavoro in subappalto.
L’inchiesta partì dopo un accertamento da parte di Invitalia i cui tecnici verificarono, nel luglio 2018, che i lavori dichiarati sulla carta per ottenere, tra 2015 e 2018, il pagamento di oltre 440mila euro dalla struttura commissariale, nella realtà non erano tali, essendone stati eseguiti solo il 30% circa.
La stessa struttura, a febbraio 2019, procedette alla revoca dei pagamenti non ancora incassati.
Durante la discussione, le difese dei tre finiti a processo avevano chiesto l’assoluzione per i rispettivi assistiti, mentre la Regione Emilia-Romagna – costituita parte civile nel processo – aveva chiesto la restituzione di non meno di 200mila euro.
Le motivazioni della decisione del tribunale saranno rese note entro i prossimi novanta giorni.
“Siamo estremamente soddisfatti – dicono gli avvocati difensori del legale rappresentante della società agricola Simone Bianchi e Giuliano Onorati – per il risultato raggiunto. Si tratta di una vicenda molto complessa e delicata perché inserita in un momento storico particolare per la nostra città, ossia la ricostruzione post-sisma. Siamo riusciti a dimostrare che il nostro assistito mai, in alcun modo, ha tentato di trarre in inganno la Regione Emilia-Romagna al fine di percepire contributi allo stesso non spettanti, così come sostenuto nella tesi accusatoria”.
“Un calvario economico e morale per il nostro assistito – aggiungono -, il quale, nelle more del processo ha dovuto in primis restituire le somme erogate vista la sopravvenuta revoca del beneficio, e in secundis per l’effetto di quanto accaduto ha fatto fronte personalmente al pagamenti di impresa edile e direttore dei lavori. Quindi, nell’attesa di leggere le motivazioni a sostegno della sentenza assolutoria, la vicenda si sposterà necessariamente sul piano civilistico in quanto è intenzione del nostro assistito ottenere quel contributo che gli è stato ingiustificatamente revocato”.
A difendere il direttore dei lavori era invece Riccardo Capacci del foro di Modena mentre Elisa Milan, del foro di Padova, ha difeso l’impresa costruttrice.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni
Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com