Cronaca
13 Marzo 2025
Tolta l'aggravante relativa alla pluralità delle persone offese che avrebbe fatto prostituire. A processo due donne di nazionalità cinese di 43 e 48 anni

Prostituzione nei centri massaggi cinesi. Si alleggerisce l’accusa per un’imputata

di Davide Soattin | 3 min

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Si alleggerisce la posizione di una delle due imputate di nazionalità cinese finite a processo con l’accusa di sfruttamento della prostituzione all’interno di due centri benessere e massaggi cinesi di corso Piave e via Contrada della Rosa, chiusi a marzo 2022 dopo il blitz degli uomini della Squadra Mobile di Ferrara.

Durante l’udienza di ieri (mercoledì 12 marzo) mattina infatti, accogliendo la richiesta dell’avvocato difensore Gianni Ricciuti, il collegio del tribunale di Ferrara – presidente Piera Tassoni – ha disposto il cambio di imputazione per una delle due accusate, la dipendente 43enne del centro Huina di corso Piave, togliendo l’aggravante relativa alla pluralità delle persone offese che – secondo l’accusa inizialmente mossa dalla Procura di Ferrara – avrebbe fatto prostituire.

Insieme a lei, a processo, c’è una seconda donna di 48 anni, gestrice del secondo centro massaggi chiuso, il Centro Tuina Rosa di Ren Guihua di via Contrada della Rosa, difesa dall’avvocato Guido Guida.

Precedentemente, il 52enne Zhichuan Hu, titolare del centro in cui lavorava la 43enne finita alla sbarra, aveva scelto di patteggiare la pena di un anno e quattro mesi, mentre una quarta persona, un uomo di 46 anni, gestore del centro il Massaggio di via Bonetti, aveva visto stralciare la propria posizione con una sentenza di non luogo a procedere, dal momento che gli inquirenti non erano riusciti a rintracciarlo

L’inchiesta aveva portato a scoperchiare attività in cui veniva esercitata la prostituzione, dunque, mascherate da centri benessere e massaggi, all’interno dei quali le ragazze “massaggiatrici“, sempre di nazionalità cinese, effettuavano prestazioni di carattere sessuale – secondo l’accusa – d’accordo con i titolari delle attività.

Erano stati gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ferrara a dare esecuzione al decreto di sequestro preventivo dei tre locali emesso dal gip del tribunale di Ferrara su richiesta della Procura di Ferrara.

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile, erano state svolte con metodi investigativi tradizionali, consistiti in numerosi servizi di appostamento e acquisizione di testimonianze da parte soprattutto dei clienti, che avevano confermato la vera natura dell’attività esercitata, che andava avanti da gennaio 2021, quindi da oltre un anno.

Gli elementi di prova raccolti durante la fase investigativa, con le dichiarazioni da parte dei clienti e l’osservazione diretta degli investigatori della Polizia di Stato, hanno consentito di supportare e legittimare la conclusione di trovarsi di fronte a un attività di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione altrui in cui i gestori dei centri massaggi, in maniera consapevole, hanno favorito l’incontro tra le ragazze assunte come “massaggiatrici” e i clienti dell’esercizio commerciale, sollecitando (o quantomeno acconsentendo) rapporti sessuali mercenari e ricevendo il pagamento di una somma di denaro, a volte direttamente dal cliente, altre volte dalla ragazza a cui poi veniva riversato il compenso pattuito.

Si torna in aula il 29 ottobre.

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