A tenere banco nella discussione della campagna elettorale per le elezioni Rsu del 14,15 e 16 è, nelle Funzioni centrali (gli enti che afferiscono direttamente allo stato), “il rinnovo del contratto nazionale di lavoro sottoscritto di recente”. Una sottoscrizione che la Fp Cgil non ha firmato per “la perdita del potere di acquisto, legata allo scarto tra il valore dell’inflazione pari al 16% nel triennio 2022/2024 e il valore di rivalutazione del salario pari al 5,7%”. Il testo è stato invece “sottoscritto dalla Cisl Fp e dai sindacati autonomi”.
Si tratterebbe dunque di “un contratto che scarica sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori l’aumento dei beni di consumo stabiliti nel paniere Istat, lasciandoli in una situazione di grave crisi economica che pesa sulle famiglie e sulle persone, a cui ormai lo stipendio non permette più di avere una vita dignitosa e sicura”.
L’aggravante, secondo la Cigl Fp, è “che se lo stesso Stato non mette negli stipendi il recupero dell’inflazione, orienta anche il comportamento dei datori di lavoro privati”.
“Perché mai – si domandano – se lo Stato non garantisce il recupero, lo dovrebbe fare un datore di lavoro privato?”
Una domanda che si è posto anche il segretario generale della Cgil Maurizio Landini davanti “alle donne e agli uomini che hanno riempito la piazza bolognese in occasione dell’ultimo sciopero generale”.
“Per questo – affermano -, il voto, rappresenta un termometro importante del punto di vista delle lavoratrici e dei lavoratori sul contratto e assume, di conseguenza, un valore ancora più importante anche in relazione al recente referendum promosso dalla Fp Cgil, dalla Uil Pa e Usb dove il no è stato plebiscitario”.
La Funzione pubblica della Cgil di Ferrara fa sapere che nelle Funzioni Centrali candiderà 10 donne e 16 uomini in enti, agenzie fiscali, enti pubblici non economici e ministeri.
Candidature che portano la compagine elettorale della Fp Cgil a contare, nei tre comparti pubblici, su 240 candidature per le elezioni Rsu.
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