Firmato al Ministero delle imprese e del made in Italy il protocollo d’intesa sulla riconversione industriale di Versalis dalle organizzazioni sindacali Cisl, Femca Cisl, Uiltec Uil, Ugl e Cisal. Le basi sembrano simili a quelle che lo scorso ottobre avevano portato Eni a comunicare un piano di 2 miliardi di euro che portasse l’azienda verso una transizione green e tecnologica. Un piano molto criticato dalla Filctem Cgil che infatti non ha firmato l’accordo.
“In serata – ha detto al termine dell’incontro il segretario confederale della Cgil Pino Gesmondo – avremo il testo su cui formuleremo le nostre osservazioni. A nostro avviso il documento presentato oggi ha elementi generici che non forniscono le indispensabili garanzie occupazionali sia per i dipendenti diretti che per gli indiretti. Positivo che il Ministero abbia accettato la nostra richiesta di un tavolo per l’indotto”.
“Ribadiamo – aggiunge – la nostra posizione di contrarietà per i rischi che il piano di smantellamento della chimica di base avrà sulla tenuta complessiva del sistema industriale del Paese. Nei prossimi giorni presenteremo le nostre modifiche al testo, finalizzate alla garanzia occupazionale per tutte le lavoratrici e i lavoratori che operano nell’Azienda e nell’indotto. Per noi la giornata di oggi non è esaustiva continueremo nella mobilitazione”.
Le posizioni della Cgil non discostano molto da quelle di ottobre scorso anche se ancora, con le dovute modifiche, non escludono una firma. Non pare discostarsi molto neanche il piano di Versalis che, come spiega il Mimit prevede, entro 5 anni, investimenti per 2 miliardi di euro con la riduzione di un milione di tonnellate di CO2, il 40% delle emissioni che Versalis produce in Italia. Il piano prevede inoltre, spiegano dal ministero, “la ristrutturazione della chimica di base, con la fermata degli impianti di cracking” e “lo sviluppo delle nuove piattaforme sostenibili della chimica circolare, bio e specializzata”.
“Sottoscrivere il protocollo d’intesa tra noi ed Eni Versalis – ha detto Daniela Piras, segretario generale Uiltec – in sede ministeriale significa agire con responsabilità per garantire al settore investimenti, intensità industriale ed i livelli occupazionali”.
“Nel protocollo in questione – aggiunge – ci sono degli elementi che, tra gli altri, per noi sono sempre stati condizioni irrinunciabili. Questa prospettiva riguarda i siti produttivi di Priolo, Ragusa e Brindisi. L’impianto di cracking della realtà pugliese verrà intanto messo in conservazione, in attesa di condizioni di mercato utili alla sua rimessa in servizio. Inoltre, esiste la garanzia degli approvvigionamenti a supporto di tutti gli stabilimenti di Eni Versalis in Italia”. Risulterebbero inoltre “tutelati i livelli occupazionali locali dei lavoratori addetti agli appalti collegati alle attività industriali di Eni Versalis interessate dagli investimenti”.
“Dopo sei mesi di intenso confronto con Eni – ha detto Nora Garofalo, segretaria generale nazionale Femca Cisl -, tavoli politici e tecnici, abbiamo firmato convintamente il protocollo d’intesa sul piano di trasformazione Versalis, perché siano salvaguardate l’intensità industriale e occupazionale“.
“Quando Versalis ha annunciato il piano di riorganizzazione – ha detto Eliseo Fiorin, segretario Nazionale Ugl Chimici -, il confronto si è presentato inizialmente complesso, con forti preoccupazioni per il futuro del settore e dei lavoratori. Tuttavia, attraverso un lavoro sindacale costante e attento, siamo riusciti a ottenere significativi miglioramenti rispetto alla proposta iniziale. Il protocollo che abbiamo firmato garantisce la tutela occupazionale, un forte impegno da parte di Eni per l’indotto e la salvaguardia della filiera produttiva nei siti strategici di Ravenna, Ferrara, Mantova. Tuttavia, questo è solo il primo passo: affinché il piano si realizzi nei tempi e nei modi stabiliti, è fondamentale un monitoraggio costante attraverso una cabina di regia che coinvolga tutti gli attori istituzionali e industriali. Se qualcuno venisse meno agli impegni assunti, le conseguenze sociali ed economiche sarebbero inaccettabili. Serve quindi un impegno concreto e trasparente per garantire che questa trasformazione non resti solo sulla carta”.
La Filctem, come mostrato anche dalle parole di Gesmondo, è sempre stata critica rispetto al piano dichiarandolo, sia poco dopo la comunicazione del piano di Eni per Versalis a fine ottobre, sia durante l’incontro organizzato a Ferrara l’undici febbraio. Una delle critiche è rivolta allo spostamento dell’inquinamento rispetto alle emissioni di CO2. Hanno infatti calcolato che se in Italia vi potrebbe essere una riduzione di un milione di tonnellate di anidride carbonica, dove la produzione verrà trasferita il tonnellaggio potrebbe raddoppiare causando in un altra parte del pianeta 2 milioni di tonnellate di emissioni. Ora si attendono le proposte per integrare l’accordo.
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