Copparo. “Fuori uso dal 20 gennaio l’apparecchio radiologico adibito a radiologia tradizionale programmata, dopo le frequenti rotture verificatesi a partire da fine dicembre 2024”. La denuncia arriva da Fials che parala di “un fuori uso che dilaterà i tempi di attesa ed incrementerà il pendolarismo sanitario dei cittadini del vasto bacino dell’ex Mandamento di Copparo”. Secondo il sindacato inoltre non sarebbe “dato sapere per quanto tempo”, parlano di “silenzio assoluto”.
“Per i cittadini che non possono attendere e che possono permetterselo – dicono -, c’è sempre il privato, per gli altri il calvario. I tempi di attesa per RX erano di circa 3 mesi con entrambe le diagnostiche funzionanti. Da solo, l’apparecchio radiologico fuori uso produceva in media 100 esami la settimana, oltre 5000 in un anno”.
Secondo quanto dice Fials “l’unico apparecchio attualmente funzionante è obsoleto, risale al 2008, sta garantendo l’attività programmata per esterni, nonché le indagini radiologiche per i pazienti ricoverati in Osco e per i cittadini che afferiscono al Cau”.
La domanda che si pongono però è: “Quanto reggerà?” Chiedono dunque ai vertici aziendali “se è stata prevista e programmata la sostituzione dell’apparecchio fuori uso, oppure, la popolazione dell’ex Mandamento dovrà rassegnarsi anche al pendolarismo radiologico?”
Sarebbe poi “sceso un silenzio tombale sulla Tac ferma da tre anni, fu un dono della cittadinanza all’Azienda Sanitaria”. E ancora: “A Copparo residua un apparecchio mammografico “usato garantito”, e da aprile verrà modificata l’articolazione oraria, si eseguiranno mammografie per meno di 4 ore al giorno spalmate su 5 giorni la settimana ed a completamento dell’orario giornaliero con RX Panoramiche delle arcate dentarie”.
Così Fials chiede “chiarimenti sulle eventuali ripercussioni lavorative dei professionisti Oss e Trsm che vi afferiscono e sulla garanzia della continuità del servizio in considerazione dei prossimi pensionamenti”. Chiedono anche “ai vertici aziendali e alle istituzioni quale sarà il futuro del ex nosocomio ferrarese che per decenni ha garantito un servizio di qualità e di prossimità alla popolazione in questione”.
“Lo stabile cambia nome – aggiungono -, da Ospedale a Casa della Salute poi Casa di Comunità, ma la situazione appare desolante con un cantiere che pare immobile”.
“Nel cortile, all’aperto, esposti alle intemperie, – scrivono – stazionano da mesi grandi cartoni che contengono condizionatori d’aria” così chiedono “!come mai non siano ancora stati posizionati in Sala Operatoria, bisogna forse dare adito alle ‘voci di corridoio’ ricorrenti su insormontabili problemi di installazione riscontrati dopo l’acquisto delle apparecchiature?”
In merito agli Osco di Cona, Comacchio e Copparo insistono “nel chiedere l’adeguamento e la stabilizzazione degli organici in turno nei 3 Osco della Provincia”. “Sono – dicono – ridotte le presenze di infermieri o di Oss, a seconda della struttura, come più volte denunciato da Fials, con una dotazione di posti letto che varia da 17 a 20 e con pazienti oramai non più distinguibili da quelli che afferiscono alle medicine o alle Lpa, anziani, non autosufficienti, spesso confusi e disorientati”.
Il sindacato dice di respingere “fermamente la risposta fornita sinora dai vertici aziendali che, continuano a farsi scudo con il DM 77-2022 e, che paiono sottovalutare due fattori importanti, la salute ed il benessere psico-fisico dei lavoratori che vanno salvaguardati garantendo loro condizioni di lavoro sostenibili”.
“L’aria di smobilitazione – concludono -, non solo a Copparo è opprimente, Fials non ci sta ad allinearsi con quanti fanno finta di credere che tutto vada bene o che tutto andrà sempre meglio solo perché c’è stato il cambio della guardia ai vertici aziendali e regionali”.
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